Tecnologie digitali e economia circolare: nasce WEEKO Factory 2.0 in Abruzzo

Tecnologie digitali e economia circolare: nasce WEEKO Factory 2.0 in Abruzzo

WEEKO Factory 2.0, lanciata da XERA, trasforma scarti elettronici in risorse attraverso l’economia circolare, promuovendo sostenibilità e opportunità lavorative per fasce svantaggiate della società.
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Tecnologie digitali e economia circolare: nasce WEEKO Factory 2.0 in Abruzzo - Gaeta.it

L’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale si intrecciano sempre di più in progetti come WEEKO Factory 2.0, un’iniziativa che mira a trasformare gli scarti elettronici in risorse tramite l’applicazione di principi dell’economia circolare. Questa idea nasce dalla necessità di sviluppare tecnologie digitali avanzate per ridurre gli sprechi e riutilizzare al massimo i materiali presenti negli apparati obsoleti. A inaugurare questa iniziativa è XERA, un’azienda di punta nel settore che ha deciso di porsi come obiettivo la valorizzazione di ciò che altrimenti verrebbe considerato rifiuto.

La nascita di WEEKO Factory 2.0

WEEKO Factory 2.0 è frutto di un progetto di Ricerca & Sviluppo, lanciato nel marzo del 2024, con una durata prevista di tre anni. Questa iniziativa viene cofinanziata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy attraverso il programma “Accordi per l’Innovazione”. Il nome stesso del progetto evoca una comunità globale unita da una sfida ecologica . In questo contesto, il fondatore del GRUPPO XERA, Donato Colleluori, ha saputo coinvolgere una rete di partner strategici nello sviluppo di soluzioni innovative.

Il consorzio è composto da Comec Innovative S.r.l., attiva nel settore dell’automazione, e Digitalsoft S.r.l., specializzata nella digitalizzazione. Inoltre, due importanti istituti di ricerca – l’Università degli Studi dell’Aquila e l’Università Politecnica delle Marche – apporteranno il loro contributo scientifico per individuare ogni possibilità di valorizzazione, riutilizzo e riciclo dei materiali informatici.

L’importanza della rigenerazione degli asset informatici

L’iniziativa si svolge in un contesto in cui, secondo ricerche di settore, solo una piccolissima frazione dei materiali elettronici viene effettivamente rigenerata. WEEKO Factory 2.0 non si limita a creare opportunità di business ma ha anche un forte impegno sociale, puntando a rendere accessibili i beni informatici ricondizionati a chi si trova in situazioni economiche difficili. Attraverso questo progetto, si intende non solo ridurre i rifiuti, ma anche fornire opportunità lavorative a fasce svantaggiate della società.

L’iniziativa prevede un’ampia collaborazione con varie realtà aziendali, che potranno contribuire creando filiere di raccolta per i dispositivi a fine vita. Alcune aziende hanno già iniziato a collaborare con il progetto, beneficiando di una gestione trasparente dei materiali raccolti e della percentuale di dispositivi rigenerati. In questo modo, l’impegno non è solo per il presente, ma anche per il futuro sostenibile che si vuole costruire.

L’approccio innovativo e le sfide future

Le università partner giocheranno un ruolo cruciale nella progettazione e nell’implementazione dei processi di riciclo. L’Università degli Studi dell’Aquila si concentrerà sull’ottimizzazione delle strategie di riutilizzo, mentre l’Università Politecnica delle Marche applicherà tecniche di intelligenza artificiale per analizzare l’efficacia del progetto e il suo impatto ambientale. Questo approccio multidisciplinare rappresenta un passo avanti per affrontare un problema complesso come quello dei rifiuti elettronici.

L’impatto di WEEKO Factory 2.0 è destinato a essere significativo, non solo per la riduzione degli scarti e il recupero delle risorse, ma anche per la sensibilizzazione della comunità imprenditoriale e della società nel suo complesso. Con questa iniziativa, ogni partecipante è invitato a rendere un contributo concreto nella lotta contro l’inquinamento e la crisi climatica.

Il messaggio di Donato Colleluori è chiaro: la responsabilità per il pianeta e il miglioramento della qualità della vita sono sfide che richiedono un cambiamento radicale nel modo in cui concepiamo l’industria e le tecnologie.

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