La tragedia che ha segnato la vita del giovane Maati Moubakir, vittima di un omicidio avvenuto il 29 dicembre a Campi Bisenzio, riesplode in un episodio di violenza durante il suo funerale a Certaldo. Una lite tra due ragazzi, scatenata da antichi rancori, ha portato a un confronto fisico e all’estrazione di un coltello, creando scene di panico tra i presenti. Gli eventi, avvenuti di fronte alla chiesa, hanno richiesto l’intervento immediato dei carabinieri per riportare la calma.
La lite che rompe il silenzio del funerale
Questa mattina, durante il funerale di Maati, una celebrazione già segnata dalla tristezza per la sua prematura scomparsa, si è consumato un episodio sconcertante. Due giovani, noti nella cerchia di amici della vittima, hanno cominciato a scambiarsi insulti e pesanti offese proprio mentre i presenti stavano commemorando il ragazzo. La tensione è salita rapidamente, e i due si sono affrontati in una rissa, colpendosi in viso e corpo, fino a quando non sono stati bloccati dai carabinieri intervenuti sul posto.
Secondo le prime ricostruzioni, uno dei protagonisti della lite ha estratto un coltello, portando ulteriori preoccupazioni tra coloro che attendevano i funerali. I carabinieri hanno subito cercato di placare gli animi, mentre gli amici di Maati si scagliavano verbalmente contro il giovane armato, accusandolo di aver fatto un gesto inappropriato nel giorno della commemorazione di un ragazzo ucciso proprio da un coltello. Alcuni testimoni hanno riferito di frasi pesanti, con richiami costanti al rispetto che meritava la memoria di Maati.
Urla e insulti: la reazione degli amici
Le parole di disapprovazione degli amici di Maati risuonavano forti e chiare: “Sei venuto col coltello al funerale, dopo quello che è successo?”, urlavano, mentre cercavano di capire il significato di un gesto così crudele e provocatorio. Il clima di tensione ha raggiunto il picco nel momento in cui il giovane armato ha risposto alle provocazioni con minacce, promettendo ritorsioni. Le frasi come “Ci vediamo io e te” e “Ti becco, anche la tua ragazza” sono state pronunciate con tono provocatorio, aumentando l’ansia tra i partecipanti al funerale.
L’alterco, durato circa trenta secondi, ha visto emergere rancori passati, segno di una rivalità che non si era ancora placata. Questo episodio ha amplificato il dolore già presente tra amici e familiari, provenienti per dare l’ultimo saluto a Maati. Molti si sono sentiti impotenti e faticheranno a elaborare la violenza di questo momento, tradendo lo spirito della commemorazione che avrebbero voluto vivere.
Intervento delle forze dell’ordine e rappresaglie
Alla fine della funzione, quando la salma è stata portata al cimitero, i carabinieri hanno onerato di riportare la calma. Hanno identificato i protagonisti della lite e allontanato anche un terzo ragazzo che, secondo le ricostruzioni, si era avvicinato per supportare l’amico di Maati. La preparazione della cerimonia funebre ha lasciato spazio a un clima di paura e tensione, completamente estraneo agli intenti del momento.
Un testimone presente ha descritto le scene di confusione e tumulto sul sagrato, dove si accumulavano le emozioni di oltre ottanta partecipanti. Esprimere il dolore per la perdita di Maati non è stato facile, vista la violenza che ha segnato il suo tragico destino. “Questa è una vergogna”, ha esclamato un amico, evidenziando la disapprovazione alla presenza di un giovane armato e il ricordo delle ferite aperte nella comunità locale.
Ancora una volta, la triste storia di Maati Moubakir ha messo in luce la questione delicata della violenza tra giovani e l’importanza di affrontare il problema con una maggiore consapevolezza per cercare di interrompere questo ciclo di vendetta e ritorsione, che ha già portato alla morte di un giovane e ora ha quasi provocato un’altra tragedia.
Ultimo aggiornamento il 15 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano