L’opera Carmen di Georges Bizet continua a lasciare tracce non solo nel mondo della musica, ma anche in quello del cinema e della cultura popolare. Recentemente, durante le celebrazioni a Venezia per i 150 anni dalla morte di Bizet, sono emersi dettagli poco noti sulla relazione tra due protagonisti degli anni d’oro del cinema e della lirica: Enrico Caruso e Charlie Chaplin. Il racconto di uno storico del cinema ha portato alla luce un episodio curioso legato al fascino e alla controversia generata dal personaggio di Carmen e dal suo impatto nella prima metà del Novecento.
L’eredità di carmen tra musica e schermo
Carmen è l’opera più celebre di Georges Bizet, rappresentata per la prima volta nel 1875 all’Opéra Comique di Parigi. Nonostante l’accoglienza iniziale non entusiasta, ben presto divenne uno dei titoli più amati nel repertorio operistico, tanto da ispirare una lunga serie di adattamenti cinematografici. In particolare, oltre cento versioni sono state realizzate, molte nella prima metà del ventesimo secolo, periodo in cui il cinema muto si affermava come nuova forma d’arte. Tra queste, una pellicola del 1915 diretta da Cecil B. DeMille ha avuto un ruolo fondamentale, creando un modello seguito anche da Charlie Chaplin.
Il ruolo di carmen nel definire la diva cinematografica
L’opera di Bizet ha offerto spunti per rappresentare figure femminili forti e complesse che hanno contribuito a delineare l’immagine della diva cinematografica. Attrici come Geraldine Farrar, Theda Bara e Pola Negri hanno portato Carmen sullo schermo e sul palco, con interpretazioni che hanno influenzato anche la recitazione e la messinscena operistica. In questo senso, la fusione tra teatro, musica e cinema ha dato vita a una nuova estetica performativa.
Il confronto acceso tra caruso e farrar nel backstage
La stessa Geraldine Farrar, cantante lirica e attrice di Carmen, cambiò il modo di interpretare il ruolo grazie all’esperienza cinematografica. Quando recitava al Metropolitan di New York nella stagione 1915-1916, adottò un atteggiamento più energico e diretto, ispirato dalla macchina da presa. Questo approccio però creò attriti con Enrico Caruso, che interpretava Don Josè nella stessa produzione.
Secondo alcune testimonianze, durante una scena in cui Carmen si mostrò brusca con un’altra figura femminile, Caruso le rivolse una battuta polemica sul modo di recitare: “Trucchi da Hollywood! Dove crede che siamo, al cinema?”. Farrar non si fece intimidire, e in un secondo momento reagì mordendo al polso il tenore, segno della tensione tra teatro lirico e cinema sia sul piano personale che artistico.
L’incontro sfuggente tra charlie chaplin e enrico caruso
Lo scontro verbale non si limitò a Caruso e Farrar. Chaplin, che voleva parodiare la pellicola di DeMille nel 1916, non riuscì a vedere lo spettacolo con Farrar per un malessere, ma incontrò Caruso in un’occasione diversa, dopo un’esibizione del tenore in Rigoletto. Chaplin si presentò nel camerino, aspettandosi cordialità, ma trovò un Caruso distante e freddo, intento a guardarsi allo specchio voltandogli le spalle.
La battuta pungente di chaplin
A quel punto, Chaplin fece una battuta pungente: “Saluti dal Caruso dei film al Charlie Chaplin dell’opera lirica!”, prima di lasciare la stanza. L’attore paragonò l’incontro a una rapida dissolvenza, ribadendo con ironia il contrasto tra due mondi artistici allora molto diversi.
Celebrazioni moderne per bizet e il suo carmen
Georges Bizet morì giovane, a soli 36 anni, il 3 giugno 1875, poco tempo dopo la prima rappresentazione di Carmen, che all’epoca ebbe una risposta tiepida dal pubblico. Solo più tardi l’opera trovò il suo posto tra i classici, spingendo alla riscoperta del compositore che era parte di una generazione nata durante il romanticismo e impegnata a cercare nuove forme espressive.
Nel 2024, l’Istituto di musica romantica francese ha pubblicato un video libro su Carmen basato sulla prima storica rappresentazione del settembre 2023 al Théâtre des Arts di Rouen, seguita da repliche all’Opéra Royal di Versailles e nell’Hong Kong Arts Festival a marzo 2025. Palazzetto Bru Zane ha poi messo a disposizione un cofanetto di cd con le mélodies di Bizet, per celebrare anche a Venezia e a Parigi la figura del compositore.
I concerti e le iniziative proseguono fino a luglio 2025, confermando l’interesse persistente per un’opera che ha attraversato musica, teatro e cinema, lasciando tracce che ancora oggi influenzano la cultura europea e mondiale.