Il 25 aprile a Milano ha visto un corteo carico di tensioni e voci contrastanti. La manifestazione, tradizionalmente dedicata alla memoria della liberazione, ha ospitato diverse fazioni con posizioni opposte, che si sono inevitabilmente scontrate nel corso della sfilata. Gli aspetti politici e le divisioni tra gruppi pro palestina e rappresentanti della brigata ebraica hanno catturato l’attenzione, trasformando un momento commemorativo in un confronto acceso.
La partenza del corteo e l’intervento degli spezzoni pro palestina e anpi
Il corteo di Milano è iniziato alle 14.15 con il consueto percorso cittadino per le vie che ricordano la liberazione dal nazifascismo. All’avvio, è emerso un primo nodo: lo spezzone pro palestina, indicato come proPal, ha negoziato con l’organizzazione per modificare la posizione in marcia. Dopo alcune trattative, il gruppo ha spostato la sua collocazione per lasciare il passo allo spezzone dell’Anpi, che tradizionalmente apre questa manifestazione.
Il presidente dell’Anpi Milano, Primo Minelli, aveva precedentemente chiesto che lo spezzone proPal occupasse il fondo del corteo, ma la situazione si è poi evoluta diversamente. Infatti, nonostante la partenza dell’Anpi che ha guidato la marcia, i manifestanti pro palestina si sono infine inseriti nelle prime posizioni, proprio dietro l’Anpi. Questo scambio di ruoli ha segnato il tono della giornata, con gruppi che hanno riaffermato la propria presenza con slogan e simboli.
Gli slogan e le prese di posizione degli attivisti pro palestina
Durante la marcia, i manifestanti pro palestina hanno alzato la voce in più occasioni. Gli slogan come “Palestina libera” e “fuori i sionisti dal corteo” sono stati scanditi ripetutamente, anche da partecipanti che non facevano parte dello spezzone proPal. Queste espressioni hanno evidenziato un chiaro riferimento ad una protesta politica presente all’interno di una giornata dedicata alla resistenza antifascista.
Altri slogan emersi sono stati “Israele criminale”, “Palestina immortale” e “Israele via via”. Le frasi hanno ottenuto risonanza tra alcuni manifestanti, mentre in altri hanno generato disagio o dissenso. Questa parte del corteo ha mostrato una certa coesione nell’affermare posizioni contro le politiche israeliane e di solidarietà verso la Palestina, mentre il pubblico osservava con attenzione le dinamiche in corso.
Le tensioni con la brigata ebraica e l’intervento di polizia e volontari
La brigata ebraica, presente come gruppo storico nella manifestazione milanese, si trovava a poche centinaia di metri di distanza dallo spezzone pro palestina. Tra questi due gruppi si sono sviluppate tensioni già all’inizio del loro incontro. Alcuni contestatori, alcuni con bandiere palestinesi in mano, hanno rivolto insulti agli appartenenti della brigata, con parole forti come “assassini”, “Netanyahu terrorista” e “siete delle m..e”.
A queste contestazioni la brigata ha risposto senza mezzi termini: alcuni suoi componenti hanno negato l’esistenza dello Stato di Palestina, attaccato i cosiddetti ‘terroristi di Hamas’ e chiesto il rilascio degli ostaggi. Il clima si è fatto pesante, ma la presenza di un cordone di agenti di polizia e dei City Angels ha evitato che la situazione degenerasse. Questi volontari hanno agito da intermediari lungo la strada per mantenere una separazione fisica tra le due parti, riducendo il rischio di scontri fisici.
Il contesto della manifestazione del 25 aprile a milano e le divisioni politiche emerse
Il 25 aprile a Milano rappresenta una data simbolo della liberazione e della memoria antifascista. Tradizionalmente, il corteo vede la partecipazione dell’Anpi e di altri gruppi che rievocano la fine della dittatura e la resistenza nella seconda guerra mondiale. Tuttavia, quest’anno la presenza di spezzoni con forti riferimenti alla questione israelo-palestinese ha inserito elementi di confronto che da sempre dividono le opinioni.
Il fatto che uno spezzone pro palestina abbia preso una posizione così visibile e attiva nel corteo riflette la tensione politica che coinvolge anche la scena cittadina. Allo stesso tempo, la presenza della brigata ebraica con una risposta diretta e decisa, ma controllata, ha mostrato un fronte opposto, con un peso storico e culturale importante. Il ruolo dei City Angels e della polizia nel creare uno spazio sicuro resta centrale per contenere i dissidi.
Le manifestazioni di questo tipo sottolineano come eventi pubblici di grande significato storico possano trasformarsi in spazi di confronto politico acceso, dove la memoria si intreccia con rivendicazioni contemporanee. La situazione a Milano resta sotto osservazione per le prossime iniziative pubbliche in cui si potrebbero riproporre simili situazioni.