Tensioni tra Cina e Stati Uniti: Lin Jian attacca le dichiarazioni di JD Vance

Tensioni tra Cina e Stati Uniti: Lin Jian attacca le dichiarazioni di JD Vance

Tensioni crescenti tra Cina e Stati Uniti dopo le dichiarazioni del vicepresidente JD Vance sui dazi, con Pechino che risponde accusando Washington di prepotenza nelle relazioni commerciali.
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Tensioni tra Cina e Stati Uniti: Lin Jian attacca le dichiarazioni di JD Vance - Gaeta.it

Le recenti polemiche tra Cina e Stati Uniti si intensificano, in un contesto di crescenti tensioni economiche. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha reagito con forza alle parole del vicepresidente americano JD Vance, le cui affermazioni hanno sollevato un acceso dibattito. Al centro dello scontro ci sono le relazioni commerciali e i dibattiti sui dazi, che continuano a segnare i rapporti tra le due superpotenze.

Lin Jian contesta JD Vance

Durante una conferenza stampa tenutasi l’8 aprile 2025, Lin Jian ha espresso il suo disappunto riguardo alle affermazioni fatte da JD Vance, definendole “sorprendenti e tristi”. Il portavoce non ha etichettato direttamente Vance come “ignorante” o “maleducato”, ma ha utilizzato questi aggettivi per descrivere il contenuto delle sue dichiarazioni. Lin ha evidenziato che le relazioni commerciali tra Pechino e Washington sono chiare e ben definite, esprimendo incredulità per le parole del vicepresidente americano.

Questa reazione riflette la frustrazione della Cina nei confronti di quelli che percepiscono come attacchi ingiustificati alla loro economia e alle pratiche commerciali. La questione, come spesso accade, tocca temi molto delicati. La Cina si considera una nazione con una forte posizione in campo economico, e le critiche provenienti dagli Stati Uniti vengono interpretate come una minaccia all’integrità di tale posizione.

Le dichiarazioni di JD Vance

JD Vance, parlando in un’intervista su Fox News, ha sostenuto i dazi imposti dall’ex presidente Donald Trump, ritenendo che gli Stati Uniti si trovino a indebitarsi con i “contadini cinesi” per acquistare i prodotti agricoli che provengono da quel paese. Questa affermazione ha suscitato reazioni immediate, con critiche diffuse negli ambienti mediatici cinesi e sui social network.

Il vicepresidente ha avanzato una critica più ampia nei confronti dell’economia globalista, sostenendo che essa abbia contribuito a generare un debito enorme per l’America. “Cosa ha ottenuto l’economia globalista negli Stati Uniti d’America? Incorrere in un’enorme quantità di debito per comprare cose che altri Paesi fanno per noi,” ha commentato Vance, scatenando polemiche accese e un forte dibattito tra gli esperti di economia e politica.

La guerra commerciale continua

Le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti non si limitano a dichiarazioni, ma si riflettono anche in misure concrete come i dazi. La Cina, attualmente uno dei maggiori creditori del debito americano, si trova al centro di un contenzioso che ha radici profonde. Nel contesto dell’escalation dei conflitti economici, l’ex presidente Trump ha recentemente richiesto alla Cina di rimuovere un dazio del 34%, minacciando di introdurre una nuova imposta del 50% sui beni cinesi.

Questa mossa porterebbe a una tassazione totale del 104% sui prodotti importati dalla Cina, sommando diversi livelli di imposizione. Un tale incremento renderebbe estremamente onerosa l’importazione di merci cinesi, aumentando le tensioni economiche. Pechino ha risposto in maniera decisa, affermando che non intende sottostare a queste pressioni e definendo l’approccio statunitense come “una forma di prepotenza”.

In questo clima di conflitto, è evidente che le dispute commerciali rappresentano una questione centrale nelle relazioni internazionali tra Cina e Stati Uniti, con ricadute che potrebbero influenzare anche altri ambiti, dalla politica alla sicurezza globale.

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