Tentata estorsione e violenze: sei minorenni denunciati dai carabinieri di Stresa

Tentata estorsione e violenze: sei minorenni denunciati dai carabinieri di Stresa

A Stresa, sei adolescenti sono stati denunciati per tentata estorsione e lesioni personali aggravate, rivelando l’esistenza di una baby gang coinvolta in attività illecite e violente.
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Tentata estorsione e violenze: sei minorenni denunciati dai carabinieri di Stresa - Gaeta.it

Un inquietante episodio di violenza adolescenziale ha colpito la comunità di Stresa, dove sei ragazzi tra i 14 e i 17 anni sono stati denunciati dai carabinieri per tentata estorsione e lesioni personali aggravate. Le indagini, che hanno preso il via a novembre, hanno rivelato l’esistenza di una baby gang attiva non solo nell’estorsione, ma anche nello spaccio di stupefacenti, decisa a mantenere il controllo del territorio attraverso intimidazioni e aggressioni.

L’ente di giustizia dei minori e la nascita della baby gang

Il fenomeno delle baby gang, gruppi di adolescenti che si dedicano a attività illecite con modalità violente, ha visto un incremento negli ultimi anni in diverse aree italiane. Nel caso di Stresa, i ragazzi coinvolti si sono uniti con l’intento di difendere il loro “territorio” da chi ne minacciava la supremazia. Due attività chiave di questo gruppo erano comprensive della vendita di sostanze stupefacenti e della punizione di concorrenti percepiti.

Il primo episodio che ha attirato l’attenzione degli inquirenti è avvenuto quando un 14enne, nuovo nel mercato dello spaccio, ha iniziato a vendere hashish tra amici e compagni di scuola. I membri della gang, percependo questa attività come una violazione del loro dominio, hanno deciso di agire con violenza per ristabilire l’ordine tra i loro ranghi e a tutti i costi proteggere le loro attività illecite.

La spedizione punitiva e il vento della violenza

La pianificazione di una spedizione punitiva contro il giovane spacciatore è avvenuta con una strategia inquietante che riflette la natura predatoria della gang. Un componente del gruppo, fingendosi un compratore, ha attirato la vittima in un parco di Baveno. Qui, la violenza ha preso piede con un’aggressione violenta, costringendo il ragazzo a subire percosse. Dopo essersi accaniti su di lui, i membri del gruppo hanno chiesto un risarcimento di 350 euro, allegando minacce concrete riguardo eventuali ripercussioni nel caso in cui non fosse avvenuto il pagamento.

A distanza di una settimana, il 14enne ha subito una nuova aggressione, questa volta affrontato con oggetti contundenti. Atteso dai suoi aggressori con una bottiglia di vetro e un tubo metallico, il ragazzo è tornato a casa pieno di lividi. La situazione ha raggiunto un punto critico quando, terrorizzato, ha condiviso la sua situazione con i genitori, portando così all’azione delle forze dell’ordine.

Le indagini e le evidenze della baby gang

Le segnalazioni dei genitori hanno avviato un’indagine da parte dei carabinieri. I militari, giunti rapidamente alla conclusione di quanto accaduto, hanno identificato i sei giovani coinvolti e hanno proceduto con delle perquisizioni. Queste operazioni si sono rivelate fruttuose: nelle abitazioni dei ragazzi sono stati rinvenuti passanti montagna e gli stessi oggetti utilizzati durante le aggressioni.

Data la loro giovane età, i minori devono ora rispondere delle accuse davanti alla procura dei minori. Questo episodio evidenzia non solo il crescente problema della violenza giovanile, ma anche la necessità di interventi educativi e preventivi nelle comunità per affrontare il fenomeno delle baby gang. Senza un’adeguata attenzione e intervento, è possibile che il ciclo della violenza tra i giovani continui, danneggiando non solo i diretti coinvolti, ma anche l’intera comunità.

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