La ricorrenza del 25 aprile a Teramo si svolge in un clima di profonda commozione, segnata dalla recente scomparsa di papa francesco. L’anniversario della liberazione dal nazifascismo richiama, attraverso le parole di Antonio Franchi, presidente dell’Anpi provinciale, una riflessione sui valori della democrazia, la memoria storica e le sfide presenti a livello locale, nazionale e globale.
Il lascito di papa francesco e le sue denunce contro odio e disuguaglianze
La morte improvvisa di papa francesco ha colpito profondamente la comunità di Teramo, oltre che l’intera società. Franchi lo descrive come una figura che ha incarnato il messaggio del vangelo in maniera semplice, rifiutando privilegi e promuovendo un’idea di chiesa povera, dialogante e aperta all’incontro tra le persone. Il papa ha dedicato la sua vita a difendere i più deboli, spesso indicati come “gli ultimi” o “gli scartati”.
L’impegno di papa francesco per la pace e l’ambiente si è tradotto in una forte condanna delle forze nazionaliste, sovraniste e razziste presenti in Italia, Europa e oltre. In più occasioni ha espresso paura di ritorni a ideologie simili a quelle del nazismo, mettendo in guardia contro slogan come “prima noi”, che richiamano pericolosi nazionalismi. Questi richiami sono particolarmente significativi in un contesto in cui l’odio e la divisione aumentano, rendendo il suo messaggio ancora più attuale.
Crisi globale, guerre e disuguaglianze: lo scenario mondiale nel 2025
Franchi sottolinea la gravità del momento storico attuale, dominato da guerre, crisi sociali e povertà crescente. Fa riferimento a conflitti attivi in Medio Oriente, come il Libano, la Siria e lo Sudan, e alla drammatica guerra in Ucraina, tuttora in corso dopo l’invasione russa. La breve tregua a Gaza è terminata con una nuova violenza, causata dal governo di Netanyahu, con gravi conseguenze per la popolazione civile e migliaia di vittime.
L’appello alla pace di papa francesco, sempre rivolto agli attori coinvolti, insiste sul bisogno di una trattativa reale, senza vincitori o vinti. Il contesto globale vede anche un aumento delle disuguaglianze. La ricchezza si concentra nelle mani di pochi mentre milioni di persone rischiano di morire di fame. In Italia 5 milioni di persone vivono in povertà, una fascia di lavoratori è scivolata verso condizioni di miseria. Le borse valori risentono dei conflitti e delle tensioni e la crescita economica rallenta, gravando soprattutto sulle fasce più vulnerabili.
Il significato del 25 aprile nel ricordo della resistenza teramana
Il 25 aprile non rappresenta solo una commemorazione nazionale, ma un momento per ribadire i valori fondanti della libertà e della democrazia. Nell’area di Teramo la resistenza ha radici profonde, che continuano a fare riflettere sulla storia e sul prezzo pagato. Franchi richiama figure storiche come Ercole Vincenzo Orsini, Mario Capuani e altri partigiani che hanno organizzato la lotta al nazifascismo nei territori montani della provincia.
Lo scontro al Bosco Martese rappresenta il primo combattimento aperto tra partigiani e truppe tedesche, dove molte vite sono state perdute. La resistenza teramana non era una realtà isolata, ma un movimento di giovani di differenti convinzioni politiche e religiose uniti dall’obiettivo comune di liberare il paese dalla dittatura. L’impegno dei partigiani ha pagato un prezzo altissimo in vite umane, con fucilazioni e martirî che ancora oggi restano patrimonio della memoria collettiva.
I martiri di cartecchio e la testimonianza della crudeltà fascista
Il racconto di Antonio Franchi si concentra su alcuni episodi tragici, come la fucilazione a Cartecchio di tre giovani partigiani catturati: Elio De Cupis, Sergio Cucchietaro e Erminio Castelli. Questi ragazzi, torturati e rifiutando di tradire i loro compagni, sono stati condannati a morte dal Tribunale Speciale fascista. Il momento più intenso è l’ultimo istante di Elio De Cupis, che sfida i suoi carnefici con parole di disprezzo.
Il luogo della fucilazione è oggi un sito di memoria che conserva traccia di quel sacrificio: tre croci modeste segnano il punto della sepoltura. La storia racconta anche di tentativi in alcune sedi politiche di riscrivere o equiparare la resistenza a movimenti di opposto orientamento, tentativi che Franchi condanna netti. Riafferma la differenza tra chi ha lottato per la libertà e chi ha sostenuto un regime che ha portato morte e persecuzioni.
Resistenza e costituzione, valori per le nuove generazioni
L’eredità della resistenza vive nella costituzione italiana, considerata la chiave per la difesa dei diritti e della democrazia. Secondo Franchi, questa carta fondamentale non è un semplice documento, ma il risultato del sacrificio di molti giovani che sono morti per riconquistare la libertà. Il presidente della repubblica Mattarella ha recentemente richiamato l’amore per la costituzione come un dovere civico.
Franchi rivolge un appello alle nuove generazioni: tenere fuori i discorsi nazionalisti e razzisti che in passato hanno condotto l’Italia a tragedie. La presenza di migranti, spesso scappati da situazioni disperate, non deve alimentare odio o speculazioni politiche. L’obiettivo è costruire un’Italia più giusta e un’Europa unita, capace di dare risposta alle necessità dei suoi cittadini. Occorre difendere la libertà ogni giorno, senza darla mai per scontata, mantenendo vivo il ricordo di chi ha combattuto per conquistarla.
Con queste parole si rinnova il legame tra il passato e il presente, un richiamo ai valori che hanno formato la resistenza teramana e italiana, e all’impegno a proseguire nella strada della democrazia e della pace.