Un violento terremoto ha colpito il Myanmar nel pomeriggio di venerdì, portando devastazione e un alto numero di vittime. Con una magnitudo di 7,7, la scossa sismica ha avuto come epicentro la zona a nord-ovest di Sagaing, causando crolli di edifici storici e moderni. Le autorità locali e le organizzazioni umanitarie sono ora impegnate nei soccorsi, mentre il paese affronta uno dei disastri naturali più gravi della sua storia recente.
Il disastro sismico e il crollo della pagoda Shwe Sar Yan
La pagoda Shwe Sar Yan, uno dei luoghi emblematici del Myanmar, ha subìto danni irreversibili a causa del terremoto. Video amatoriali mostrano il momento esatto in cui la sommità della pagoda crolla, sollevando le grida di spavento e angoscia di chi si trovava nelle vicinanze. Il terremoto, avvenuto nel primo pomeriggio di venerdì, è stato seguito da una scossa di assestamento di magnitudo 6,7, che ha aggravato la situazione.
Sfortunatamente, il bilancio delle vittime è drammatico. Le stime indicano che oltre 1.000 persone hanno perso la vita. I soccorritori sono impegnati a scavare tra le macerie di edifici crollati, nella speranza di trovare sopravvissuti. Migliaia di cittadini, spaventati e senza un tetto, si trovano ad affrontare una crisi umanitaria in un contesto già segnato da difficoltà economiche e politiche.
Conseguenze e danni materiali
Il terremoto ha avuto un impatto devastante, non solo a Sagaing, ma in gran parte del centro e del nord del Myanmar. Molti edifici storici e strutture moderne sono stati distrutti o gravemente danneggiati. Le strade e i ponti, vitali per la comunicazione e il trasporto, sono stati compromessi dalla forza delle scosse. Nella seconda città più grande del Paese, Mandalay, si segnalano danni ingenti, che rendono complessa la mobilitazione dei soccorsi.
Le scosse sono state percepite anche oltre i confini nazionali, con riferimenti a danni a Bangkok, la capitale della Thailandia, situata a centinaia di chilometri dall’epicentro. Gli effetti del terremoto si sono ripercossi anche su una costruzione in corso, dove i soccorritori thailandesi sono stati impegnati a lavorare tutta la notte per cercare di estrarre gli operai rimasti intrappolati tra le macerie.
Mobilitazione internazionale e aiuti umanitari
In risposta al disastro, il governo del Myanmar ha lanciato un appello internazionale per ricevere aiuti. Il primo ministro Min Aung Hlaing ha esortato nazioni e organizzazioni a mobilitarsi. In questo contesto, il supporto internazionale è stato significativo: un team dalla provincia cinese dello Yunnan è arrivato a Yangon con attrezzature specializzate come droni e rilevatori sismici. Anche l’India ha inviato squadre di ricerca e soccorso, mentre la Malesia ha programmato l’invio di personale per identificare e soccorrere le aree più colpite.
Le Nazioni Unite hanno immediatamente stanziato 5 milioni di dollari per le operazioni di soccorso, mentre organizzazioni come l’OMS si stanno mobilitando per fornire supporto medico e rifornimenti per i feriti. La collaborazione internazionale è fondamentale per affrontare questa emergenza di vasta portata.
Le sfide dell’assistenza e i timori futuri
Nonostante la risposta tempestiva da parte della comunità internazionale, ci sono preoccupazioni legate ai tagli all’assistenza estera operati dall’amministrazione Trump. Esperti mettono in guardia sul fatto che tali limitazioni potrebbero ostacolare gli sforzi di soccorso e ridurre la capacità di risposta delle organizzazioni umanitarie nel lungo periodo. Il contesto politico del Myanmar, già complesso, potrebbe complicare ulteriormente la gestione dell’emergenza e la distribuzione dei fondi.
L’emergenza richiederà un impegno costante da parte di tutti per garantire che le vittime ricevano non solo assistenza immediata, ma anche supporto a lungo termine per la ricostruzione delle comunità devastate. La strada per la ripresa sarà sicuramente lunga e impegnativa.