Territori in fiamme: l’estate 2024 tra incendi e catastrofi ambientali nel sud pontino

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Gli incendi estivi nel sud pontino si confermano un problema di grande portata, segnando un grave danno per la salute pubblica, il dissesto idrogeologico e la biodiversità. I comuni di FONDI, MONTE SAN BIAGIO, ITRI, LENOLA, SPERLONGA, CAMPODIMELE e le aree limitrofe hanno subito perdite significative in termini di vegetazione e risorse naturali. La richiesta di interventi urgenti da parte delle istituzioni si fa sempre più pressante, per non compromettere ulteriormente i fragili equilibri del territorio.

L’impatto devastante degli incendi

Danni ecologici e socioeconomici

L’estate 2024 si aggiunge a una lista già lunga di stagioni devastate dagli incendi in questa area. Migliaia di ettari di vegetazione, habitat naturale per numerose specie, sono stati ridotti in cenere, innescando una crisi ambientale che avrà ripercussioni a lungo termine. Il territorio, già fragile, rischia di perdere ulteriore biodiversità a causa delle fiamme voraci, mentre il dissesto idrogeologico aumenta il rischio di frane e allagamenti, complicando la vita dei residenti e danneggiando infrastrutture.

Le conseguenze economiche non sono da sottovalutare, con il settore turistico tra i più colpiti. La bellezza naturale del sud pontino, che attrae visitatori da ogni parte d’Italia e non solo, sta rapidamente svanendo, portando con sé l’indotto economico legato a questa attività. Le comunità locali si trovano a fronteggiare perdite economiche e disoccupazione, fattori che influenzano non solo la loro sopravvivenza ma anche il loro futuro.

La denuncia delle associazioni ambientaliste

Il circolo intercomunale LegambienteLuigi Di Biasio” si è fatto portavoce di questa grave situazione, chiedendo un decisivo cambio di passo nella gestione degli incendi. Secondo Paola Marcoccia, presidente dell’associazione, è fondamentale implementare la Legge Quadro 353/2000, uno strumento giuridico essenziale per prevenire e contenere i danni. La sua applicazione garantirebbe un controllo più efficace contro gli incendi dolosi, spesso alimentati da interessi economici illeciti. Le norme previste dalla legge vanno dalla prevenzione all’imposizione di sanzioni per violazioni di vincoli sulle aree colpite dagli incendi.

Il ruolo cruciale della prevenzione

Misure da attuare immediatamente

A fronte di tale emergenza, è evidente come la semplice gestione dell’emergenza sia inefficace e insufficiente. Legambiente reclama l’adozione immediata di piani di prevenzione adeguati, sollecitando un tavolo permanente che operi durante tutto l’anno e non solo nei momenti critici. La proposta include l’aggiornamento annuale del catasto incendi, permettendo di monitorare e intervenire tempestivamente in caso di ulteriori eventi disastrosi.

Le amministrazioni locali sono chiamate all’azione per rinforzare i meccanismi di prevenzione, che prevedono tra l’altro la creazione di aree protette, la valorizzazione della biodiversità e l’implementazione di pratiche di gestione forestale sostenibile. Solo attraverso un impegno collettivo e coordinato sarà possibile arginare il fenomeno, creando un ambiente più sicuro e resiliente per le future generazioni.

Coinvolgere la comunità

Invitare la comunità a partecipare attivamente alla gestione del territorio è un altro aspetto cruciale. Investire in programmi di sensibilizzazione e formazione può fornire agli abitanti gli strumenti necessari per contribuire alla protezione del proprio ambiente. La collaborazione tra cittadini, istituzioni e associazioni ambientaliste può fare la differenza nella lotta contro gli incendi e nel ripristino degli ecosistemi danneggiati.

Le cause e gli interessi sottostanti

Incendi dolosi e criminalità ambientale

Il rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente ha evidenziato come la Provincia di Latina sia tra le aree più colpite dagli incendi boschivi, e non è un caso se le fiamme colpiscono ciclicamente zone precise. Diversi fattori contribuiscono a questa disastrosa situazione, da motivi economici a faide locali. Gli incendi, molto spesso, sono provocati da interessi illeciti come il riempimento di discariche abusive o l’espansione di terreni agricoli, rendendo evidente il ruolo della criminalità organizzata in queste operazioni.

Le evidenze suggeriscono che il conflitto per il controllo del territorio, unito all’assenza di una governance efficace, renda il sud pontino un’area vulnerabile. La mancanza di interventi efficaci da parte delle autorità ha permesso a questi comportamenti scorretti di prosperare, danneggiando ulteriormente un territorio già provato.

La necessità di un impegno collettivo

Per fermare gli incendi e affrontare i reati ambientali che li alimentano, è necessario un impegno congiunto da parte di tutte le parti coinvolte: istituzioni, volontariato e cittadini. La richiesta di Legambiente di un’accelerazione della legislazione attuale e di una vigilanza più attenta sui territori incendiati non può rimanere inascoltata se si desidera davvero proteggere l’ambiente e garantire un futuro sostenibile per l’intera comunità.

Ultimo aggiornamento il 26 Agosto 2024 da Fabio Belmonte

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