Titolare di compro oro a genova ai domiciliari con braccialetto elettronico per evasione milionaria al fisco

Titolare di compro oro a genova ai domiciliari con braccialetto elettronico per evasione milionaria al fisco

Il titolare del compro oro a Genova e la sua famiglia sono indagati per un’evasione fiscale di 3,8 milioni di euro; arresti domiciliari e obbligo di dimora per frode e false intestazioni.
Titolare Di Compro Oro A Genov Titolare Di Compro Oro A Genov
Un titolare di un compro oro a Genova e la sua famiglia sono stati arrestati per un’evasione fiscale di 3,8 milioni di euro, grazie a un sistema di frodi e false intestazioni scoperto dalla Guardia di Finanza. - Gaeta.it

Un titolare di un negozio compro oro a Genova è stato posto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per un’evasione fiscale di 3,8 milioni di euro. L’indagine, condotta dalla guardia di finanza e coordinata dal pubblico ministero Giancarlo Vona, ha svelato un sistema complesso di frodi e false intestazioni. L’operazione coinvolge anche i familiari dell’imprenditore, con restrizioni diverse nei loro confronti.

Le misure cautelari per la famiglia coinvolta nell’inchiesta

L’arresto del titolare del compro oro risale a gennaio 2025, quando la guardia di finanza ha fermato anche il figlio. Mentre per l’imprenditore sono stati decisi gli arresti domiciliari monitorati con braccialetto elettronico, la madre ha ricevuto la stessa misura restrittiva. La figlia, invece, è stata destinata all’obbligo di dimora.

Le indagini hanno dimostrato che tutti i componenti della famiglia abbiano partecipato attivamente alla evasione fiscale. Le misure cautelari differenziate riflettono i diversi ruoli e livelli di responsabilità attribuiti a ciascuno durante l’operazione illecita.

Il meccanismo di evasione fiscale e la frode al fisco

L’accusa principale è di associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Dal 2009 fino a ottobre 2024 la famiglia avrebbe messo in piedi una rete di trasferimenti fittizi e atti fraudolenti attentamente miscelati per eludere il fisco.

Gli investigatori hanno ricostruito un quadro in cui le attività economiche risultavano false o artificiosamente diversificate. Questo sistema ha permesso di evitare il pagamento di imposte sui redditi e Iva per un totale di 3,8 milioni di euro.

La movimentazione di denaro e le intestazioni fittizie

Negli ultimi cinque anni la famiglia avrebbe movimentato circa 400 mila euro su conti correnti che risultano intestati a terze persone senza collegamenti diretti con padre e figlio. Questi conti, formalmente privi di liquidità, servivano a occultare i flussi di denaro provenienti dall’attività.

Parallelamente, la madre e la figlia avrebbero intestato fittiziamente quote dell’impresa compro oro, veicoli e immobili. Questi passaggi servivano a sviare l’attenzione degli ispettori fiscali e a ostacolare le eventuali azioni di recupero da parte dell’erario.

Lo stato giudiziario del titolare e le strategie per evitare la prigione

Il titolare dell’attività risulta avere un ordine di carcerazione pendente, con una condanna a due anni per bancarotta fraudolenta. Questa situazione aggravava la sua posizione legale.

Dalle indagini è emerso che l’uomo stava pianificando una possibile fuga qualora gli fosse stato negato l’affidamento in prova ai servizi sociali. Questo progetto indicava la volontà di eludere ulteriormente la giustizia, rafforzando la necessità del monitoraggio elettronico per gli arresti domiciliari.

Gli sviluppi dell’inchiesta e le operazioni della guardia di finanza hanno bloccato questa strategia, mantenendo il controllo sull’imprenditore e sulla sua famiglia. La vicenda continua ora in tribunale con il processo che definirà responsabilità e pene per i coinvolti.

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