Tonalestate International Summer University è nuovamente in scena in provincia di Reggio Emilia. L’edizione di quest’anno, che si svolge dal 7 al 9 agosto, affronta tematiche attuali e urgenti, come la pace e la convivenza tra culture diverse in un contesto globale complesso. La manifestazione, giunta al suo ventiquattresimo anno, si propone di tracciare un percorso di riflessione e dialogo, favorendo il confronto tra studenti, docenti e figure significative del panorama culturale e religioso.
La riunione di apertura di Tonalestate 2024
L’evento si è aperto con una tavola rotonda intitolata “Tempora mutantur, et nos mutamur in illis?”, che ha dato il via a tre giorni ricchi di incontri e dibattiti. Fondata nel 2000 da Giovanni Riva, la Compagnia dell’Opera di Nazareth ha dato vita a questa tradizione di incontri estivi che mira a stimolare un dialogo profondo e rispettoso tra persone di diverse fedi e background. Quest’anno, il tema centrale è “Le temps vaincu – Il tempo scaduto”, invitando i partecipanti a riflettere su come le attuali difficoltà globali possano essere affrontate con spirito di unità e comprensione reciproca.
Oltre ai tradizionali scambi di idee, l’evento offre spazi per condividere esperienze, favorendo l’incontro tra giovani universitari e figure educative. Questi momenti sono pensati per promuovere un ambiente di apprendimento e dialogo intergenerazionale, in cui le sfide del presente possono essere affrontate collettivamente.
Le sfide del Medio Oriente e la ricerca della pace
Il tema del Medio Oriente è centrale in questa edizione di Tonalestate, con un focus particolare sulla necessità di coesistenza pacifica. Padre Sima’an Jaraisi, vice parroco melkita a Nazareth e cappellano degli Scout cattolici in Israele, parlerà delle attuali sfide sociali e culturali nella sua regione il prossimo 8 agosto. La sua testimonianza di vita quotidiana tra diverse comunità di fede è rappresentativa delle tensioni e delle potenzialità di dialogo e collaborazione all’interno di un contesto complesso.
In un’epoca segnata da conflitti e divisioni etniche e religiose, Jaraisi sottolinea l’importanza di mantenere vivi la dignità e i diritti umani. La presenza di musulmani, cristiani, drusi ed ebrei che si schierano a favore della pace dimostra che l’umanità può andare oltre le divisioni, costruendo relazioni basate sul rispetto e sulla comprensione. Jaraisi si fa portavoce di un messaggio di amore, evidenziando come “gli atti di odio generano solo ulteriore violenza, mentre l’amore e l’unità hanno il potere di trasformare le comunità.”
Promuovere una cultura della dignità e del rispetto
Il sacerdote melkita osserva che, nonostante l’atmosfera di conflitto e divisione predominante oggi, ci sono ancora spazi significativi in cui diversi gruppi religiosi e culturali possono unirsi e lavorare per un futuro migliore. Attraverso le sue esperienze con gli scout, Jaraisi racconta di momenti di autentica fratellanza e collaborazione, segnati da un profondo rispetto per l’umanità. Queste esperienze costruttive sono una testimonianza concreta delle possibilità di convivenza pacifica, anche in contesti difficili.
Tuttavia, il messaggio di Jaraisi è chiaro: è essenziale combattere l’odio e la violenza con l’amore e la comprensione, promuovendo una cultura della dignità umana che possa emergere sopra le sfide del presente. Per il vice parroco, “la vera essenza del cristianesimo si riflette nella capacità di perdonare e nel desiderio di costruire un futuro caratterizzato dalla pace e dal rispetto reciproco.”
Nei suoi interventi, Jaraisi conclude affermando che “chi abbraccia il sentimento di odio non può essere considerato un vero cristiano,” sottolineando come la scelta di perseguire la pace e la dignità umana debba prevalere su ogni forma di violenza. Il richiamo alla collaborazione tra le fedi si configura come una bussola morale necessaria in un’epoca in cui è fondamentale ricostruire legami di fiducia e rispetto reciproco.