Un drammatico episodio ha coinvolto una giovane di 26 anni, proveniente dalla zona di Alba, che ha rischiato la vita a causa di un colpo di calore. Grazie all’intervento tempestivo e alla professionalità dei medici dell’ospedale Molinette di Torino, la ragazza è stata salvata attraverso un trapianto di fegato in super-urgenza. La vicenda mette in evidenza non solo le insidie delle temperature estive, ma anche l’efficienza del sistema sanitario piemontese.
L’incidente
La giovane è stata colta da un malore in una calda mattina d’estate, mentre si trovava nella sua casa di campagna. Riconosciuta dai familiari priva di coscienza, è stata immediatamente trasportata all’ospedale di Verduno. Già all’arrivo, i medici avevano registrato una temperatura corporea allarmante di 41 gradi. La grave situazione ha costretto l’équipe medica a prendere misure d’emergenza, intubandola e utilizzando ghiaccio e liquidi freddi per abbassare la temperatura e preservare le funzioni vitali.
Nonostante gli sforzi iniziali, le condizioni della giovane si sono rapidamente aggravate, portando a un’insufficienza epatica fulminante che ha reso irrinunciabile la necessità di un trapianto. Il personale dell’ospedale di Verduno, guidato dal dottor Enrico Ravera, si è trovato quindi di fronte a una decisione critica per non farla precipitare verso un’insufficienza multi-organo.
Il trasferimento urgente
Alla luce del rapido deterioramento del fegato della giovane, i medici di Verduno hanno rapidamente contattato i colleghi dell’ospedale Molinette, specialisti in trapianti. Il dottor Luca Cremascoli e la dottoressa Silvia Martini hanno valutato la situazione e deciso di trasferire d’urgenza la paziente a Torino. Anche in questo frangente, la prontezza del personale medico ha giocato un ruolo cruciale nella stabilizzazione della giovane.
Il viaggio verso l’ospedale Molinette è stato all’insegna dell’urgenza, viste le condizioni critiche della ragazza. All’arrivo, è stata immediatamente presa in carico dalla squadra di Anestesia e rianimazione 2 diretta da Roberto Balagna, dove i medici hanno continuato a monitorare la situazione con grande attenzione.
L’intervento chirurgico
Dodici ore dopo l’arrivo all’ospedale, il direttore del Centro trapianto di fegato, Renato Romagnoli, ha deciso di inserirla in lista d’attesa per un trapianto di fegato con priorità nazionale. La giovane aveva bisogno di un fegato compatibile il prima possibile.
In quel momento, l’équipe del Centro torinese era impegnata in un prelievo d’organi in un altro ospedale, dove si stava eseguendo una complessa procedura di split liver, che consente di donare parte di un fegato a un paziente pediatrico e l’altra parte a un ricevente adulto. Con grande fortuna, la parte del fegato che sarebbe stata prelevata risultava perfettamente compatibile con la giovane paziente di Torino.
A meno di due ore dall’inserimento nella lista d’attesa, è stata chiamata in sala operatoria. L’operazione, della durata di circa otto ore, è stata condotta dal dottor Romagnoli e dal suo team. L’intervento ha rappresentato un’ulteriore prova delle incredibili capacità mediche del personale del Centro e della rete dei trapianti a livello regionale.
Il recupero
A soli quattro giorni dall’intervento chirurgico, i segni di miglioramento della giovane sono stati evidenti. La paziente ha cominciato a svegliarsi dalla sedazione e le sue condizioni generali sono in rapidissima ripresa. I medici continuano a monitorare il decorso post-operatorio, assicurando che tutto proceda secondo le previsioni.
Questo caso eccezionale non solo mette in luce le potenzialità salvavita dei trapianti di organi, ma testimonia anche la dedizione e la competenza dei medici piemontesi, che con la loro professionalità hanno permesso alla giovane di tornare a sperare in un futuro migliore. La splendida e tempestiva sinergia tra i vari ospedali piemontesi ha rappresentato la chiave per la salvezza della ragazza.