Torre dei Moro: testimonianze choc in aula sul devastante incendio del 2021 a Milano

Torre dei Moro: testimonianze choc in aula sul devastante incendio del 2021 a Milano

Il processo sulla Torre dei Moro di Milano svela testimonianze drammatiche e responsabilità legate a materiali infiammabili, mentre i residenti cercano giustizia dopo l’incendio devastante del 2021.
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Torre dei Moro: testimonianze choc in aula sul devastante incendio del 2021 a Milano - Gaeta.it

L’incendio che ha colpito la Torre dei Moro a Milano, il 29 agosto 2021, ha lasciato un segno profondo non solo sulla struttura, ma anche sulle vite delle persone coinvolte. Le testimonianze in aula durante il processo che vede coinvolte 13 persone per disastro colposo offrono dettagli inquietanti sull’accaduto e sulle responsabilità legate ai materiali usati nella costruzione del grattacielo.

La testimonianza di Mirko Berti: un racconto di perdita e distruzione

Durante il processo, Mirko Berti, proprietario di un appartamento al sedicesimo piano della Torre, ha descritto gli istanti drammatici che hanno seguito l’incendio. “Ero appena uscito di casa quando un vicino mi chiamò esortandomi a tornare”, ha spiegato Berti. In pochissimi minuti, la sua abitazione era già avvolta dalle fiamme. La sua voce tremava mentre raccontava della totale distruzione del suo appartamento, acquistato nel 2010 per circa 600mila euro. “Dopo l’incendio, i costruttori non si sono mai resi disponibili per un colloquio. Sono rimasti in silenzio mentre le nostre vite venivano messe a soqquadro”, ha continuato, descrivendo come l’incidente avesse avuto ripercussioni enormi, anche sulla sua vita lavorativa. “Tuttora vado a casa e cerco oggetti che non ho più. È un doloroso promemoria della sua perdita.”

La questione dei materiali: i pannelli infiammabili e il progetto antincendio

Tra i punti salienti delle udienze, emerge la questione dei materiali utilizzati nella facciata del grattacielo. Berti ha evidenziato i pannelli Larson, prodotti dall’azienda spagnola Alucoil, descrivendoli come “altamente infiammabili”. Lo stesso materiale era stato presentato come autofacente, presumibilmente in grado di mantenere un aspetto pulito. Ma con il tempo, la realtà si è rivelata differente: “Si sono ingrigiti e la pulizia era inefficace”, ha affermato. Questi dettagli sono cruciali per comprendere le dinamiche che hanno reso il grattacielo vulnerabile al rogo.

Anche l’architetto Roberto Maccabruni, consulente della Procura, ha fatto chiarezza su come il progetto antincendio inizialmente prevedesse l’uso di materiali in fibrocemento. “Quando sono stati cambiati i materiali, la sezione riguardante la facciata non era adeguatamente progettata per affrontare un’emergenza”, ha spiegato il tecnico, sottolineando gravi lacune progettuali.

L’origine dell’incendio: una sigaretta e la struttura che è diventata una “torcia”

Secondo l’inchiesta, le fiamme sono originate da uno dei balconi dell’edificio, accese da una sigaretta trascurata. Questi eventi hanno condotto a un rogo devastante, durante il quale il grattacielo ha assunto l’aspetto di una “torcia”. Le dinamiche e le responsabilità legate a questo tragico episodio stanno al centro delle indagini. Le testimonianze in aula non solo riflettono il dolore personale degli abitanti colpiti, ma mettono in luce problematiche strutturali e progettuali che hanno amplificato la tragedia.

Questa drammatica vicenda continua a essere esaminata dalla giustizia, con l’obiettivo di far luce sulle eventuali negligenze e responsabilità nel processo di costruzione della Torre dei Moro. La lotta dei residenti per ottenere giustizia e ristoro rimane al centro dell’attenzione pubblica, mentre il processo si sviluppa.

Ultimo aggiornamento il 20 Gennaio 2025 da Armando Proietti

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