Tragedia a Genova: uomo muore dopo dimissioni inadeguate, indagati due medici

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Tragedia a Genova: uomo muore dopo dimissioni inadeguate, indagati due medici - Fonte: Imolaoggi | Gaeta.it

Un caso inquietante di malasanità ha scosso Genova, dove la morte di Daniele D'Amato, zio della campionessa olimpica Alice, ha portato la procura a indagare due medici per omicidio colposo. La scomparsa di D'Amato, avvenuta otto giorni dopo una serie di dimissioni ospedaliere, solleva interrogativi sull’adeguatezza delle cure ricevute e sulla professionalità degli operatori sanitari coinvolti.

La storia di Daniele D’Amato

Daniele D’Amato, 48enne originario di Genova, era un uomo attivo e amato dalla sua famiglia. Il suo legame con lo sport, nonché il fatto di essere lo zio di Alice D'Amato, campionessa olimpica alla trave, ha attirato l'attenzione mediatica sulla sua morte avvenuta nel giugno 2021. Secondo i familiari di D'Amato, il calvario dell'uomo è iniziato il 23 maggio dello stesso anno, quando si è presentato all'ospedale di Novi Ligure. Qui, ha lamentato forti dolori e un significativo innalzamento della pressione sanguigna.

Sfortunatamente, la sua esperienza in ospedale si è rivelata problematica. La visita iniziale è stata confusa: D'Amato è stato assistito da un medico a gettone, non dipendente della struttura, che ha trovato difficoltà ad accedere al sistema informatico. Nonostante le sue condizioni, D'Amato ha firmato per le dimissioni e lasciato l'ospedale poche ore dopo. Tuttavia, già poco dopo il suo allontanamento, ha ritenuto necessario tornare, in quanto i dolori lombari si erano intensificati.

Le insufficienze nel trattamento sanitario

Durante il secondo accesso al pronto soccorso, le omissioni da parte del personale medico hanno suscitato allarmi. Stando alle accuse, il medico che lo ha visitato ha tralasciato di approfondire l’anamnesi e non ha eseguito i necessari accertamenti clinici. Si sostiene che il medico abbia formulato in modo superficiale una diagnosi di lombalgia muscolo-scheletrica, improvvisando la situazione senza procedere a esami più approfonditi. Queste mancanze hanno portato D'Amato a ricevere dimissioni premature, giusto prima delle 14.

Quattro ore più tardi, l'uomo si trova nuovamente al pronto soccorso dell'ospedale San Martino di Genova. Qui, un altro medico ha prescritto una radiografia, ma anche in questo caso, non è stata eseguita una valutazione adeguata. D'Amato è stato dimesso dopo una diagnosi simile a quella precedente, ignaro della gravità della sua condizione. Ancora una volta, non sono stati eseguiti ulteriori controlli.

Il tragico epilogo

Solo tre giorni dopo, D’Amato è ritornato in ospedale, dove finalmente ha ricevuto accertamenti più dettagliati. Il 28 maggio, dopo una serie di esami, gli è stata diagnosticata una dissecazione aortica, una condizione grave e potenzialmente letale. I medici hanno preso la decisione di procedere con un intervento chirurgico d’urgenza, ma il malessere dell'uomo era ormai irreversibile. Daniele D'Amato è deceduto il 1° giugno 2021, un triste epilogo per una storia segnata da diagnosi errate e procedure inadeguate.

La procura di Genova, rappresentata dal pubblico ministero Francesca Rombolà, ha aperto un'inchiesta, portando alla richiesta di rinvio a giudizio per due medici, accusati di aver commesso errori fatali nel trattamento di D'Amato. I legali dei medici, tra cui Gianluca Franchi e Salvatore Leggio, hanno già presentato la loro difesa. L'intricata vicenda solleva interrogativi sul sistema sanitario e sulle procedure preventive in caso di diagnosi errate, rappresentando un caso emblematico di come la malasanità possa portare a gravi conseguenze per i pazienti e le loro famiglie.

Ultimo aggiornamento il 19 Settembre 2024 da Armando Proietti

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