La tragica scomparsa di Susanna Recchia e della sua figlioletta di tre anni si è conclusa con un epilogo drammatico che nessuno avrebbe voluto immaginare. Le due vittime sono state rinvenute nel fiume Piave, dopo un intenso giorno e notte di ricerche, in un isolotto ghiaioso. I fatti si sono intensificati attorno al ponte di Vidor, noto per una serie di eventi tragici, ma le circostanze della loro morte hanno delineato un quadro complesso che va oltre un semplice gesto disperato.
Scomparsa e ultimi messaggi
Ultimi momenti di vita
Susanna Recchia, 45 anni, era scomparsa venerdì sera dalla sua abitazione a Miane, in provincia di Treviso. Prima di allontanarsi, ha inviato un messaggio all’ex compagno, Mirko, il padre della piccola Mia. Nel messaggio, Susanna chiedeva: “Vieni a prendere la bimba domattina, ti aspetto alle 8.15.” Questo ultimo contatto ha acceso la preoccupazione e le ricerche da parte delle autorità e dei familiari, che hanno subito percepito qualcosa di anomalo.
Una lettera d’addio
Prima della sua partenza dall’abitazione, Susanna ha redatto una lettera di cinque pagine in cui esprimeva le sue intenzioni tragiche. Questo scritto ha sollevato interrogativi sulla sua salute mentale e sulla profondità della sua sofferenza interiore. Dopo aver lasciato i cellulari e i documenti a casa, ha preso la sua Volkswagen Tiguan bianca e ha guidato fino al ponte di Vidor, dove ha parcheggiato l’auto, lasciando le chiavi nel quadro.
Il tragico ritrovamento
Ricerche e scoperte
Dopo un giorno di ricerche intense, i corpi di Susanna e della piccola Mia sono stati rinvenuti abbracciati, arenati su un isolotto del Piave. La corrente del fiume, ingrossata dalle recenti piogge, ha trasportato i corpi per quasi un chilometro, complicando le operazioni di recupero. Le unità cinofile hanno giocato un ruolo cruciale, guidando i soccorritori verso la scena della tragedia.
Cause della morte
Le prime indagini hanno ipotizzato l’ipotesi di un’ipotermia come possibile causa della morte di madre e figlia. La situazione evidente al momento del ritrovamento ha sollevato ulteriori interrogativi sulla decisione di Susanna di scendere nell’acqua con la bambino in grembo. È una situazione che angoscia e lascia un segno profondo nella comunità locale, già segnata da tragici eventi passati in quella stessa area.
Indagini e contesto
Procedimenti legali e indagini psichiatriche
La Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio riguardo alla piccola Mia, considerando la situazione di Susanna come un possibile suicidio. Il Procuratore Marco Martani ha riferito che la vicenda appare “senza ombre e dal chiaro sviluppo”, sottolineando l’importanza di raccogliere ulteriori dati dall’esame necroscopico per stabilire le modalità esatte della tragedia. Gli esperti hanno inquadrato il comportamento di Susanna nelle dinamiche della depressione maggiore, una condizione che può portare a decisioni estreme.
Una vita segnata da eventi traumatici
Il passato di Susanna non è stato facile: igienista dentale di professione, ha vissuto traumi significativi nella sua vita. Era coinvolta in un incidente stradale in cui morì la sua migliore amica, un evento traumatico che ha influenzato pesantemente la sua psiche. Inoltre, il suo matrimonio fallito ha portato alla nascita di tre figli, e solo cinque anni fa, ha iniziato una nuova vita con Mirko, il padre di Mia. Tuttavia, la salute della piccola ha aggiunto un ulteriore peso alla sua vita, così come la recente separazione dall’ex compagno, che l’hanno portata a vivere un periodo di grande disagio e isolamento.
Riflessioni sul supporto sociale
La comunità di Miane e i parenti di Susanna hanno espresso preoccupazione per il suo stato emotivo. Era conosciuta per essere una persona riservata, con pochi amici e una presenza minimale sui social media, che riflettevano più momenti di vita familiare che interazioni sociali. La mancanza di supporto e di comunicazione aperta ha potuto amplificare il suo stato di ansia e depressione, lasciando senza parole chi le voleva bene e che, in fondo, non ha avuto modo di percepire la gravità della sua situazione.
Ultimo aggiornamento il 15 Settembre 2024 da Armando Proietti