Il 6 dicembre del 1990 resta un giorno impresso nella memoria collettiva italiana, segnato dalla tragedia che colpì un’intera comunità a Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna. In quel tragico episodio, un aereo militare Aermacchi 326 precipitò durante un’esercitazione, travolgendo la scuola e causando la morte di dodici ragazzi di quindici anni. La terribile collisione ha non solo segnato le vite di chi era presente quel giorno, ma ha anche sollevato questioni importanti riguardo alla sicurezza e alla responsabilità nelle esercitazioni militari sopra aree popolate.
La tragedia che sconvolse una scuola
Erano circa le 10:33 quando l’aereo, le cui problematiche erano già note, sfondò una parete della succursale dell’Istituto Tecnico “Gaetano Salvemini”. Il velivolo, nell’impatto, penetrò direttamente nella classe IIA, colpendo un gruppo di studenti ignari del pericolo imminente. Solo quattro ragazzi e l’insegnante riuscirono a mettersi in salvo. In un attimo, l’aula si riempì di fumi tossici e incandescenti, rendendo impossibile scappare per la maggior parte degli studenti. Un’evacuazione d’emergenza fu necessaria, e molte persone si lanciavano dalle finestre per evitare il fuoco che avvolgeva il locale.
Tra le conseguenze dell’impatto ci furono anche 88 feriti, tra cui sia professori che studenti, molti dei quali subirono gravi ustioni e fratture. La situazione si rivelò drammatica, ma fortunatamente i soccorsi giunsero rapidamente, grazie a un incrocio fortuito con la sede dei Vigili del Fuoco di Casalecchio. I pompieri, accorgendosi della calamità che si stava svolgendo, assistettero gli studenti e il personale senza indugi. Il pilota dell’aereo, miracolato, si era eiettato profilando un atterraggio in sicurezza non lontano da un campo di allenamento del Bologna Calcio.
Testimonianze lontane nel tempo
Nel corso degli anni, storie e testimonianze legate a quel tragico evento sono emerse, contribuendo a mantenere viva la memoria delle vittime. Il progetto podcast “Cherosene. Storia di un aereo contro una scuola“, realizzato da Anita Panizza e Elisabetta Fusconi, raccoglie diversi racconti di chi ha vissuto la tragica giornata. Alessandra Venturi, una delle sole sopravvissute, ha descritto il terrore provato e il momento in cui si aggrappò a una finestra rotta in attesa di aiuto. La sua testimonianza, così come quelle di altri, offre uno spaccato emotivo dell’esperienza vissuta e delle conseguenze che ha avuto sulle vite di chi era presente.
L’interesse verso questa tragedia ha portato a una riconsiderazione dell’evento, gettando luce sulle vite delle famiglie colpite e degli amici. Alcuni dei sopravvissuti hanno continuato a portare il peso del dolore e della perdita, rimanendo in silenzio per quasi trent’anni, fino a quando non hanno deciso di condividere le loro storie. Un pillola di speranza e di resilienza emerge dalle loro parole, mentre raccontano come, nonostante l’orrore, siano riusciti a ricostruire le loro vite.
La ricaduta legale e la commemorazione annuale
Oltre agli aspetti umani della tragedia, c’è anche la dimensione legale che ne è seguita. Il processo che ne derivò sollevò interrogativi sulla legittimità delle esercitazioni militari in zone abitate. La controversia si incentrò sulla responsabilità del governo, che, piuttosto che assumere un ruolo di tutela verso la sicurezza degli studenti, decise di difendere l’Aviazione Militare attraverso l’Avvocatura di Stato. Questa decisione scatenò polemiche e discussioni pertinenti sulla priorità della sicurezza pubblica in contesti di addestramento militare.
Ogni anno, la comunità di Casalecchio di Reno si riunisce per commemorare le vittime di quel tragico incidente. La voragine nel muro dell’Istituto Tecnico “Gaetano Salvemini”, rimasta visibile, testimonia non solo il dolore di quel giorno, ma anche la resilienza di una comunità che ha saputo affrontare la tragedia e trovare la forza per andare avanti. Le cerimonie commemorative offrono un momento di riflessione e rispetto, assicurando che la memoria delle dodici vite spezzate continui a vivere nei ricordi di chi è rimasto.