In seguito alla tragedia che si è verificata nel carcere di Monza, il sindacato di polizia penitenziaria ha lanciato un allarme riguardante la situazione critica del sistema carcerario italiano. La morte di un detenuto di 45 anni ha sollevato gravi questioni legate alla carenza di personale, alla scarsa assistenza sanitaria e psichiatrica, nonché alle condizioni fatiscenti delle strutture e alla disorganizzazione imperante.
CONTINUO AUMENTO DEI SUICIDI IN CARCERE
Il detenuto si è tolto la vita all’interno della sua cella, aggiungendosi alla triste statistica che conta ben 55 suicidi dall’inizio dell’anno nei penitenziari italiani. Il segretario generale delle Uilpa polizia penitenziaria ha evidenziato come i decessi non riguardino solo i detenuti, ma coinvolgano anche sei membri del Corpo di polizia penitenziaria, senza contare coloro che hanno deciso di lasciarsi morire rifiutando il cibo.
CRISI STRUTTURALE E MANCANZA DI RISORSE
La denuncia del sindacato evidenzia una situazione di emergenza, con 14.500 detenuti oltre la capienza prevista e 18mila unità mancanti nella polizia penitenziaria. La carenza di assistenza sanitaria e psichiatrica, unita alle strutture vetuste e alla disorganizzazione diffusa, creano un mix esplosivo che mette a rischio la sicurezza e la salute di detenuti e operatori.
VIOLENZA E INCENDI: UNA SITUAZIONE ALLARMANTE
La situazione di precarietà nel carcere di Monza è stata ulteriormente evidenziata dall’incendio doloso scoppiato in una sezione detentiva, causato da un recluso. Il segretario ha espresso preoccupazione per la possibile escalation di violenza e incidenti durante l’estate, invitando il ministro della Giustizia, il governo Meloni e l’intera maggioranza a intervenire tempestivamente per risolvere una situazione che rischia di sfuggire di mano.