Le autorità del Vicentino sono sotto choc per una serie di morti sospette che hanno coinvolto una badante, Paola Pettinà, attualmente in carcere. La donna è accusata di aver somministrato farmaci letali agli anziani di cui avrebbe dovuto prendersi cura. La vicenda si complica ulteriormente con l’emergere di nuovi indizi, mentre le indagini dei Carabinieri svelano un quadro inquietante.
Omicidi e tentati omicidi: il coinvolgimento di Paola Pettinà
Paola Pettinà, 46 anni, è già indagata per la morte dell’81enne Imelda Stevan. Ma le indagini si sono ampliate rivelando altre tre morti sospette che portano il totale degli omicidi a quattro. Inoltre, la donna è coinvolta in cinque tentati omicidi, compreso quello del suo ex compagno. Questa escalation di crimine ha spinto le autorità a esaminare con attenzione tutte le sue attività professionali e il modo in cui gestiva la sua “attività” di badante.
Le ricostruzioni fatte dai Carabinieri rivelano che la Pettinà somministrava un cocktail letale di farmaci come Tavor, Xanax e Lorazepam alle sue vittime. Questo mix di sostanze ha reso gli anziani incapaci di reagire, portando in alcuni casi a un esito fatale. L’episodio più grave è senza dubbio la morte di Imelda Stevan, che ha funto da detonatore per le indagini attuali.
Il metodo di approvvigionamento dei farmaci
Una delle scoperte più inquietanti delle indagini è il metodo con cui Paola si procurava i farmaci. Spacciandosi per una vera professionista del settore, la donna presentava alle farmacie fotocopie di ricette in bianco, affermando che gli originali fossero a casa sua. Questo inganno le ha consentito di acquistare un quantitativo impressionante di farmaci. Un’analisi condotta su 25 farmacie ha rivelato che, in solo pochi mesi, Pettinà aveva comprato ben 272 confezioni di Xanax.
La facilità con cui la donna è riuscita a raggirare le farmacie mette in luce vulnerabilità nel sistema di controllo e verifica delle ricette mediche, ponendo interrogativi su come tali pratiche possano essere prevenute in futuro. Il suo soprannome, “Paolina”, non fa altro che sottolineare una sorta di maschera che la donna ha indossato per nascondere una verità inimmaginabile.
La reazione della comunità e le implicazioni legali
La scoperta di questa tragica vicenda ha sollevato un’ondata di indignazione e preoccupazione tra i familiari delle vittime e nella comunità locale. Anziani, che sarebbero dovuti essere in buone mani, hanno invece trovato una morte prematura a causa di una persona di cui si fidavano. Il caso ha sollevato anche interrogativi sulle misure di sicurezza e di controllo affinché episodi del genere non si ripetano.
Le autorità hanno avviato un’ulteriore verifica su altre badanti operanti nella zona per garantire che non ci siano situazioni simili. Il legale di Paola Pettinà ha comunicato che la donna intende difendersi contro le accuse inaccettabili, ma le evidenze raccolte finora rendono la situazione estremamente delicata.
Nel frattempo, gli inquirenti continuano ad esaminare ulteriori potenziali casi di omicidio o tentato omicidio legati alla badante, ampliando un’indagine che ha già toccato profondamente la comunità del Vicentino. La lotta per la verità e la giustizia è solo all’inizio, e ogni passo in avanti è cruciale per le famiglie rimaste colpite da questa drammatica vicenda.
Ultimo aggiornamento il 21 Dicembre 2024 da Sofia Greco