Un tragico incidente sul lavoro ha colpito la città di Orbassano il 31 marzo 2025, segnando un’altra vittima in un contesto già drammatico. Un operaio di 58 anni, recentemente eletto rappresentante sindacale unitario per la Filctem CGIL, ha perso la vita in un incidente avvenuto all’interno dell’azienda Greenthesis, specializzata nel trattamento e smaltimento di rifiuti speciali. La vittima è stata schiacciata da un armadio blindato mentre si trovava nel sito dell’interporto S.I.T.O. Le circostanze di questo incidente richiedono attenzione e approfondimento poiché sollevano interrogativi sulla sicurezza sul lavoro.
L’incidente e le prime indagini
La tragedia è avvenuta all’interno della Greenthesis, un’azienda che opera nel settore dei rifiuti speciali. Secondo le prime ricostruzioni, l’operaio sarebbe stato colpito da un armadio blindato. La notizia ha scosso la comunità lavorativa e ha sollevato allarmi riguardo le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. La CGIL di Torino ha confermato l’evento, esprimendo la propria solidarietà alla famiglia della vittima e richiedendo che vengano accertate le responsabilità.
Le indagini sono attualmente in carico ai carabinieri, i quali stanno cercando di delineare le cause esatte dell’incidente. Si parla di possibili negligenze nella gestione della sicurezza che potrebbero aver contribuito a questo tragico evento. I rappresentanti sindacali hanno già sottolineato che la dinamica dell’accaduto non è ancora chiara. La richiesta di chiarezza si fa sempre più urgente, non solo per la vittima ma anche per garantire che incidenti simili non si ripetano in futuro.
La reazione sindacale e le denunce di insicurezza
Massimiliano Mosca, segretario generale della Filctem CGIL Torino, ha espresso un duro commento sull’accaduto. Secondo lui, la mancanza di azioni concrete da parte della politica ha condotto a una situazione insostenibile. Le sue parole evidenziano una frustrazione crescente: “siamo anni luce lontani dalla soluzione del problema”. Questo vale soprattutto per la cultura della sicurezza che, come evidenziato, appare assente in molte realtà lavorative. Mosca evidenzia l’assenza di controlli pre-monitoraggio e di misure preventiva, invitando le istituzioni a passare dalle parole ai fatti.
Anche Federico Bellono, segretario della CGIL Torino, ha richiamato l’attenzione sulla continua crescita del numero di morti sul lavoro, nonostante le numerose iniziative di denuncia. Queste affermazioni fanno da eco alle preoccupazioni già espresse nel settore, che sottolineano l’impossibilità di continuare con controlli e prevenzioni inadeguati. Il messaggio è chiaro: è fondamentale affrontare il problema delle morti sul lavoro con urgenza e concretezza.
La situazione critica in Piemonte
Il contesto piemontese mostra un quadro particolarmente grave. Negli ultimi mesi, si sono registrati circa sei decessi al mese nei cantieri, con tre morti solamente nella provincia di Torino. Questi dati mettono in luce una crisi sistemica della sicurezza sul lavoro, spesso sottovalutata o affrontata con misure tardive e inefficaci. La situazione mette in evidenza la necessità di un intervento deciso e strutturato.
Di fronte a questa crescente emergenza, il sindacato ha lanciato un appello alle istituzioni regionali, sollecitando la creazione di un piano straordinario per la sicurezza sul lavoro. Le proposte includono l’assegnazione di risorse adeguate, la formazione obbligatoria per i lavoratori e un potenziamento degli ispettorati del lavoro. L’assenza di azioni orchestrate in questo senso rappresenta una mancanza di rispetto verso i lavoratori e un rischio per la loro vita.
L’importanza di ripensare la sicurezza sul lavoro
La morte dell’operaio della Greenthesis segna un grave campanello d’allarme su un tema che non può più essere ignorato. La sicurezza sul lavoro non deve essere considerata un aspetto secondario, né un argomento di discussione per occasioni isolate. Questo episodio funesto diventa quindi il simbolo di un sistema che fallisce nel suo compito principale: proteggere chi lavora.
Le voci del sindacato chiedono un ripensamento radicale delle politiche di sicurezza sul lavoro. È fondamentale che la sicurezza ritorni al centro delle agende politiche e sociali. Senza misure concrete, i nomi di lavoratori continueranno a essere aggiunti a una sfortunata lista di vittime, in una realtà che deve essere affrontata con serietà e urgenza. Il tempo delle parole è finito; ora è necessario agire.