Michele Raule, ingegnere meccanico di San Lazzaro , perse la vita in un tragico incidente sul Monte Bianco mentre raccoglieva fondi per l'associazione Ageop, che supporta i bambini malati di tumore. Accompagnato da tre persone, inclusi il fratello, durante il ritorno dalla vetta sulla via normale italiana, scivolò su un nevaio vicino al rifugio Gonella. La caduta per circa 100 metri in un canalone lo portò a finire in un crepaccio del ghiacciaio del Miage.
L'AVVENTURA ESTREMA DI RAULE
Raule aveva reso nota la sua impresa sui social media, descrivendola come un viaggio estremo senza soste dal mare alla vetta del Monte Bianco. Da Genova, aveva pedalato fino alla Val Veny per poi proseguire a piedi verso la cima. Con un dislivello di 75.000 metri accumulato dall'inizio dell'anno, Raule era motivato dalla causa benefica per l'Ageop.
IL PROGETTO AMBITO DI RAULE
Il progetto "Quattro Vette per Cinque Stati", lanciato nel 2022 da Raule, prevedeva la scalata delle vette più alte d'Italia e dei paesi confinanti . L'obiettivo era completare il progetto entro il 2025, coprendo in bicicletta la distanza dal litorale marino all'inizio di ciascuna salita.
IL RECUPERO DEL CORPO
Il Soccorso Alpino valdostano e il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Entrèves hanno recuperato il corpo di Raule, conducendo le operazioni di polizia giudiziaria. La comunità è profondamente colpita dalla tragedia, lasciando la moglie e tre figli a piangere una perdita irreparabile.
RIFLESSIONI SUL DRAMMA
L'incidente mortale di Michele Raule mette in evidenza i rischi presenti nell'alpinismo nonostante la preparazione e la determinazione. La sua dedizione alla causa umanitaria e la sua impresa straordinaria rimarranno un esempio di passione e generosità, lasciando un segno tangibile per la comunità e il mondo dell'alpinismo.
