Una valanga mortale si è staccata nelle Alpi Lepontine, esattamente sul crinale est della Punta Valgrande, dopo mezzogiorno, provocando la morte di tre persone. L’incidente si è verificato nel territorio di Trasquera, al confine tra Italia e Svizzera, in una zona ad alta quota. Le vittime, tutte residenti a Verbania, sono state identificate come Matteo Auguadro, Enzo Bonini e Matteo Lomazzi, tutti accomunati dalla passione per la montagna e per gli sport invernali.
La dinamica dell’incidente e i soccorsi
Il drammatico evento è accaduto mentre le tre persone, insieme ad altri due amici, stavano compiendo un’escursione in montagna, muniti di ramponi. Secondo quanto ricostruito, la loro intenzione era di tornare con gli sci fuoripista. Mentre procedevano in fila indiana lungo un sentiero già battuto, una massa nevosa si è staccata dal versante montano, investendo il gruppo. I primi due escursionisti sono riusciti a sfuggire al dramma, ma Auguadro, Bonini e Lomazzi sono stati travolti e trascinati per circa quattrocento metri.
L’allerta è stata immediatamente lanciata da altri escursionisti presenti in zona, che hanno iniziato a scavare per cercare di liberare le vittime sepolte dalla neve. Sul posto sono intervenuti due elicotteri: uno della Azienda Zero del Piemonte e l’altro della Guardia di Finanza, supportati da squadre del Soccorso Alpino e unità cinofile. Malgrado gli sforzi, i tentativi di rianimare i tre uomini sono risultati vani, probabilmente a causa dei traumi subiti durante la caduta.
Le vittime e il contesto metereologico
Matteo Auguadro, 48 anni, era un velista di fama, famoso per aver vinto nel 2022 un titolo mondiale nel Maxi Yacht Rolex Cup. La sua passione per il mare e per la competizione era ben nota e la sua perdita ha lasciato un vuoto anche nella comunità sportiva. Sposato e padre di due figli, la sua figura era rispettata e apprezzata, sia nel contesto velico che in quello locale. Anche Bonini e Lomazzi erano appassionati di attività all’aria aperta e la loro morte rappresenta una tragedia per gli amici e i familiari.
Il bollettino metereologico dell’Arpa Piemonte aveva segnalato un rischio valanghe di livello 3, che indica un pericolo marcato. Nelle zone oltre i 2100 metri di altitudine, si raccomandava particolare attenzione, specificando che gli accumuli di neve ventata potevano facilmente distaccarsi, rendendo le escursioni estremamente rischiose. Le previsioni avevano messo in guardia sull’instabilità della neve, chiedendo ai praticanti di evitare i pendii ripidi senza un’adeguata preparazione.
Interventi e prevenzione: un tema da considerare
L’accaduto ha riacceso il dibattito sulla sicurezza in montagna e sulla prevenzione degli incidenti in un periodo in cui gli appassionati di sport invernali sono in aumento. Le parole del sindaco di Trasquera, Geremia Magliocco, sottolineano la difficoltà di affrontare queste zone senza un’adeguata preparazione o l’utilizzo di strumenti come le ciaspole o gli elicotteri per raggiungere le vette. Sul campo, le operazioni di soccorso hanno coinvolto diversi enti, dai carabinieri di Varzo ai team di esperti di soccorso alpino, impegnati nella difficile missione di estrarre le vittime e sostenere i superstiti, traumatizzati dalla fatalità.
La situazione di emergenza ha messo in evidenza la necessità di una formazione adeguata e di una continua informazione sui rischi legati alla pratica degli sport invernali. L’adattamento alle condizioni atmosferiche, la valutazione dei percorsi da seguire e la consapevolezza del proprio livello di esperienza sono tutti fattori chiave per garantire la sicurezza. La comunità e le autorità locali si trovano ora ad affrontare questo evento tragico, ricordando l’importanza della prudenza nelle attività di montagna.
Ultimo aggiornamento il 12 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina