La difesa del trapper Shiva, nome all’anagrafe Andrea Arrigoni, ha presentato oggi la richiesta di assoluzione dell’artista nel contesto del processo a suo carico per tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco e ricettazione di una pistola mai rinvenuta. I fatti risalgono all’11 luglio dello scorso anno, in seguito a una sparatoria avvenuta di fronte al suo studio di registrazione a Settimo Milanese.
La richiesta della difesa e la posizione del pubblico ministero
Il pubblico ministero di Milano, Daniela Bartolucci, ha formulato la richiesta, all’ultima udienza, di condanna a 7 anni di reclusione per il trapper, attualmente ai domiciliari dallo scorso febbraio. Dall’altra parte, i legali dell’artista, Daniele Barelli e Marco Campora, hanno sostenuto la proposta di assoluzione.
La versione della difesa sull’accaduto
Secondo la difesa, il giovane artista di 24 anni si sarebbe difeso dalle violente aggressioni dei suoi due rivali, vicini al trapper Rondo Da Sosa, che sono rimasti feriti alle gambe durante la sparatoria. L’argomento difensivo si basa sull’autolesionismo dell’artista per garantire la propria incolumità . La sentenza è prevista per il 10 luglio prossimo.
Approfondimenti
- – Shiva (Andrea Arrigoni): Nome d’arte del trapper coinvolto nel processo per tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco e ricettazione. Si tratta di un giovane artista di 24 anni attualmente ai domiciliari, coinvolto in una sparatoria avvenuta davanti al suo studio di registrazione a Settimo Milanese. La sua difesa si basa sull’autolesionismo come mezzo di difesa durante l’aggressione dei suoi due rivali.
– Rondo Da Sosa: Rapper vicino ai due rivali di Shiva coinvolti nella sparatoria, i quali sono rimasti feriti alle gambe durante l’incidente.
– Daniela Bartolucci: Pubblico ministero di Milano che ha richiesto, all’ultima udienza, una condanna a 7 anni di reclusione per Shiva.
– Daniele Barelli e Marco Campora: Avvocati della difesa di Shiva, che hanno sostenuto la richiesta di assoluzione per l’artista.
– Settimo Milanese: Città dove si è verificata la sparatoria oggetto del processo.
Il caso di Shiva, il trapper coinvolto nella sparatoria e processo menzionati nell’articolo, evidenzia una situazione controversa e complessa. La difesa dell’artista sostiene che si sia trattato di un gesto di autodifesa contro l’aggressione dei suoi rivali, mentre i pubblici ministeri cercano una condanna per i reati di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco e ricettazione. La sentenza, prevista per il prossimo 10 luglio, determinerà l’esito di questo caso giudiziario di rilevanza mediatica nel panorama artistico italiano.