Trasferimento di padre Andrea Melis in una comunità terapeutica: le accuse di abuso su minori

Il sacerdote Andrea Melis, accusato di abusi sessuali su minori, è stato trasferito in una comunità terapeutica dopo l’appello del Papa per affrontare seriamente il problema degli abusi nella Chiesa.
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Trasferimento di padre Andrea Melis in una comunità terapeutica: le accuse di abuso su minori - Gaeta.it

Il sacerdote Andrea Melis, accusato di abusi sessuali su due minori, è stato trasferito in una comunità terapeutica per preti. Questa decisione segue un appello del Papa, rivolto ai vescovi di non coprire gli abusi e di condannare gli abusatori, ma anche di offrire loro un percorso di guarigione. Melis, assistito dai suoi legali, ha chiesto di ricevere cure, mettendo in evidenza la gravità della situazione e la necessità di affrontare il problema in un contesto di recupero.

Le accuse e la ricostruzione degli abusi

Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri, padre Andrea Melis avrebbe attuato una serie di comportamenti inaccettabili nei confronti di due minori. Gli abusi si sarebbero verificati in Liguria, dove Melis era attivo come chierichetto. La prima vittima, all’epoca dei fatti, aveva solo 12 anni e subì le aggressioni durante un periodo di interazione con il parroco che era sia suo diretto superiore che figura di riferimento.

Le modalità degli abusi descrivono un quadro inquietante: Melis, per tentare di ottenere il consenso dei minori, avrebbe utilizzato regali come ricariche per carte Postapay, abbigliamento firmato e videogiochi, elementi che creano una forma di dipendenza e inevitabile asimmetria di potere. Un secondo ragazzo, in un episodio ulteriore, avrebbe ricevuto una sigaretta elettronica da Melis e successivamente sarebbe stato bersaglio di un tentativo di bacio, evidenziando un modus operandi preoccupante e manipolativo.

La reazione della Curia e i provvedimenti adottati

Dopo che ha avuto luogo una perquisizione nell’alloggio di padre Melis, la Curia ha deciso di sospendere il sacerdote dalle sue funzioni. Melis era parte dell’Ordine dei Padri Scolopi e ricopriva ruoli significativi, tra cui quello di direttore della Scuola elementare e della Fondazione Assarotti a Genova. Era anche presidente della Fidae Liguria, una federazione di scuole cattoliche, e parroco nella chiesa di Sant’Antonio da Padova a Finale Ligure.

Questa sospensione solleva interrogativi sulle misure preventive adottate dalla Chiesa in merito ai suoi membri, specialmente nei casi di presunti abusi. La Curia, attraverso la sua azione, ha cercato di dimostrare una posizione chiara nel contrastare i comportamenti illeciti, seguendo una linea di rigorosità e trasparenza richiesta dall’opinione pubblica e dalle direttive papali.

La risposta ecclesiastica e il contesto più ampio

L’appello del Papa ai vescovi sottolinea la necessità di affrontare la questione degli abusi sessuali all’interno della Chiesa in modo radicale e senza tentennamenti. Le parole del Santo Padre hanno trovato risonanza nei vari ambiti ecclesiastici, spingendo le istituzioni a valutare seriamente la formazione e il supporto psicologico offerto ai sacerdoti.

Questo caso di padre Andrea Melis si inserisce in un contesto più ampio che ha colpito la Chiesa cattolica in tutto il mondo. Negli ultimi anni, numerosi scandali relativi ad abusi sessuali hanno portato a una crescente richiesta di accountability e di riforme strutturali all’interno dell’istituzione. La scelta di Melis di intraprendere un percorso di cura potrebbe rappresentare un tentativo di coniugare il rispetto per le vittime con la necessità di trattamento per chi ha compiuto azioni devastanti, un tema che continua a suscitare dibattito e riflessione.

Ultimo aggiornamento il 3 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano

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