A Roma, la lotta contro l’iperturismo continua a guadagnare slancio, con residenti e gruppi attivisti che si uniscono per protestare contro l’invasione delle strutture ricettive, in particolare degli smart-lock. Questo fenomeno si traduce in un cambiamento del tessuto sociale e urbano, con il quartiere di Trastevere che ha subito una riduzione della popolazione del 45% negli ultimi dieci anni, una cifra preoccupante che rivela l’impatto della gentrificazione.
Il motivo della protesta: gentrificazione e smart-lock
La protesta a Trastevere ha preso forma in una serie di azioni dirette da parte del gruppo noto come “Robin Hood”. La notte scorsa, i membri di questo collettivo hanno distrutto i lucchetti elettronici dei Bed and Breakfast e affisso adesivi nel quartiere, manifestando il loro dissenso verso il modello turistico che sta erodendo l’identità del rione. Questo gruppo non è nuovo a simili azioni; in passato ha già fatto sentire la propria voce contro il monopolio delle strutture ricettive nel quartiere.
In un comunicato, il collettivo ha messo in chiaro che il problema non riguarda solo la sicurezza o il decoro urbano. “La casa è un diritto, non una gallina dalle uova d’oro,” affermano, evidenziando il concetto che le abitazioni debbano tornare a essere spazi per vivere, e non solo per un turismo sfrenato. I lucchetti smart-lock, a detta loro, rappresentano solo una parte di un fenomeno molto più ampio che mira a sfruttare il patrimonio culturale e umano di Roma, trasformandolo in merce da vendere.
Le conseguenze del turismo incontrollato
Negli ultimi dieci anni, molte aree nel centro di Roma hanno visto il numero dei residenti diminuire drasticamente. Trastevere, una delle zone più iconiche e vivaci della capitale, non è immune a questo decadimento demografico. La gentrificazione ha ridotto la varietà sociale, creando un ambiente più omogeneo che privilegia i turisti a scapito della comunità locale. Gli affitti sono saliti alle stelle, costringendo molti abitanti a lasciare le proprie case in cerca di affitti più sostenibili in zone meno richieste.
Questa dinamica ha portato alla trasformazione del carattere di Trastevere. Una volta noto per le sue botteghe artigiane e la convivialità dei suoi abitanti, il rione è ora invaso da turisti che affollano le strade, rendendo sempre più difficile per i residenti mantenere la loro presenza nella vita quotidiana del quartiere. Inoltre, la scelta degli smart-lock nelle strutture ricettive ha contribuito ad un’esperienza disumanizzata del soggiorno, creando una barriera tra turisti e residenti e portando a tensioni nella comunità.
L’identità di Trastevere minacciata
Una delle preoccupazioni principali dei residenti è la perdita dell’identità locale. Ogni angolo di Trastevere racchiude storie, tradizioni e culture che stanno andando perse sotto l’ondata di ristrutturazioni e business turistici. La crescente presenza di affitti brevi, capannoni e ristoranti progettati esclusivamente per attrarre turisti ha alterato non solo l’aspetto fisico del rione, ma anche il senso di comunità, cosa che nessuna azione temporanea potrà restituire.
Il problema di fondo è che mentre il turismo contribuisce all’economia della città, deve anche essere gestito in modo tale da proteggere i diritti e le esigenze dei residenti. La situazione di Trastevere è un campanello d’allarme per altre zone storiche di Roma e d’Italia, dove le tensioni tra residenti e turisti sono palpabili e in crescita.
Eventi come questo sottolineano l’importanza di un dialogo aperto tra i vari attori sociali, al fine di trovare soluzioni che possano salvaguardare il patrimonio culturale e sociale dei nostri quartieri. La protesta di Trastevere rappresenta quindi non solo una rivendicazione locale, ma un invito a riflettere su come le città possono equilibrare esigenze turistiche e diritti degli abitanti.
Ultimo aggiornamento il 11 Dicembre 2024 da Sofia Greco