Un caso scioccante di violenza e degrado emerge dal quartiere di Tor Bella Monaca. Un uomo di cinquant’anni è stato sequestrato e maltrattato da tre individui dopo un festino a base di sostanze stupefacenti. Le richieste di pena per i rapitori sono estremamente severe: il pubblico ministero ha chiesto per loro un totale di 27 anni di reclusione. Questi eventi inquietanti, avvenuti tra il 31 luglio e il 2 agosto 2023, pongono in evidenza la gravità della situazione e le dinamiche all’interno di certi ambienti.
Il festino che si trasforma in incubo
Il drammatico episodio ha avuto inizio quando la vittima ha conosciuto uno dei rapitori, Loris Proietti, su una piattaforma di incontri online. Inizialmente, l’uomo aveva accettato di partecipare a una serata che prometteva svago e divertimento, ignaro del pericolo che lo aspettava. Loris lo ha invitato nel suo appartamento in via Giorgio Ghisi, dove sono giunti anche gli altri due implicati, Andrea D’Amico e Andrea Paoletti. Ciò che doveva essere un momento di evasione si è presto trasformato in un vero e proprio calvario.
La serata ha preso una piega drammatica quando, a richiesta di denaro per la droga, la vittima ha espresso il desiderio di andarsene. Ignorando i suoi desideri, i tre rapitori hanno iniziato a picchiarlo senza pietà. L’uomo è stato aggredito con calci e pugni, e ha riportato gravi lesioni, tra cui fratture alle costole. È stata utilizzata anche aggressione fisica con oggetti come un mattarello e uno straccio bagnato. Per intensificare l’atto di violenza, lo hanno bendato, legato e imbavagliato con dello scotch, rendendo impossibile qualsiasi tentativo di difesa o richiesta di aiuto.
Le richieste di riscatto e la comunicazione con la famiglia
Un momento particolarmente inquietante è stato rappresentato dalla telefonata alla madre della vittima. Gli aguzzini, in un tentativo di estorcere denaro, hanno contattato la donna per chiedere un riscatto di 1500 euro. Questa telefonata, però, è stata interpretata come una truffa ai danni di un’anziana, e pertanto non presa seriamente. L’efficacia della coercizione attraverso la paura si è mostrata evidentemente controproducente, data l’impressione di falsa emergenza creata dai rapitori.
Nel frattempo, la vittima, che non aveva né i soldi né la volontà di cedere la propria carta bancomat, ha dovuto affrontare un tormento durato tre lunghe notti. I suoi rapitori hanno continuato a maltrattarlo e a creare un clima di intimidazione, rendendo difficile ogni tentativo di fuga o richiesta di aiuto. È solo dopo diversi giorni che, approfittando di un momento in cui gli aggressori erano momentaneamente distratti in un’altra stanza, l’uomo è riuscito a liberarsi e fuggire da quella prigione improvvisata.
L’epilogo dell’incubo e le indagini
La liberazione del cinquantenne è avvenuta grazie all’intervento tempestivo di una vicina, che ha ascoltato le sue disperate chiamate e ha contattato le forze dell’ordine. All’arrivo dei carabinieri, i rapitori sono stati arrestati e l’uomo è stato finalmente salvato dalla terribile esperienza. Le autorità hanno già condannato Andrea Paoletti a otto anni di reclusione con rito abbreviato. Le indagini continuano a far luce sulle dinamiche del crimine, e il processo per Andrea D’Amico e Loris Proietti ha visto la richiesta di una pena esemplare, sottolineando la gravità degli atti perpetrati. Ad oggi, i tre sono reclusi nel carcere romano di Regina Coeli, in attesa di un verdetto che segnerà l’esito di questa tragica vicenda.
Ultimo aggiornamento il 28 Novembre 2024 da Donatella Ercolano