Tre detenuti evasi dal carcere minorile di Casal del Marmo a Roma: la caccia è aperta

Tre detenuti evasi dal carcere minorile di Casal del Marmo a Roma: la caccia è aperta

Tre Detenuti Evasi Dal Carcere Tre Detenuti Evasi Dal Carcere
Tre detenuti evasi dal carcere minorile di Casal del Marmo a Roma: la caccia è aperta - Gaeta.it

L’evasione di tre giovani detenuti dal carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma, ha scatenato una corsa contro il tempo per le forze dell’ordine, mentre il sistema penitenziario si trova a fronteggiare una situazione di grave sovraffollamento e conflitti interni. Le autorità sono impegnate nella ricerca dei fuggitivi, mentre si alzano segnali di allerta circa la sicurezza nell’istituto.

La situazione nel carcere minorile di Casal del Marmo

Sovraffollamento e tensioni

Il carcere minorile di Casal del Marmo è attualmente teatro di un sovraffollamento critico, con circa 55 detenuti contro una capienza massima prevista di 45. Questo surplus di presenze ha contribuito a un ambiente di alta tensione, accentuato da episodi di violenza interna che hanno caratterizzato le ultime settimane. Come ha evidenziato Massimo Costantino, segretario generale FNS Cisl Lazio, le condizioni di vita in istituto sono difficili e aumentano il rischio di scontri tra i giovani detenuti.

Gli episodi di violenza non sono rari; il 27 giugno si è verificata una maxi rissa tra detenuti di origini magrebine, un evento che ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza all’interno della struttura. Inoltre, la nottata del 7 luglio ha visto due detenuti appiccare un incendio, provocando lo sgombero di una sezione del carcere. Tale incidente ha visto un’agente di polizia penitenziaria ferito e ha già registrato tre aggressioni nei giorni precedenti. La gestione di casi di questo tipo si sta rivelando sempre più complessa per il personale penitenziario, già spesso in numero insufficiente per fronteggiare l’emergenza.

Dettagli sull’evasione e sulla ricerca

Le modalità dell’evasione

I tre giovani di nazionalità tunisina sono riusciti a eludere i controlli e a fuggire attorno alle 17.30, approfittando di una rissa scoppiata all’interno del carcere. Questo momento di disordine ha creato la distrazione necessaria per scavalcare il muro di cinta dell’istituto. Le modalità con cui l’evasione è avvenuta hanno sollevato interrogativi sulla sicurezza e sull’efficacia dei sistemi di vigilanza in atto.

Subito dopo la fuga, le forze dell’ordine sono state attivate, dando il via a un’operazione di ricerca coordinata. Sul posto sono intervenuti la Squadra Mobile, la Digos e il commissariato Primavalle per avviare le indagini e cercare di recuperare i fuggitivi quanto prima. Le autorità hanno attivato anche una rete di monitoraggio e sorveglianza in diverse aree della città, nell’intento di prevenire ulteriori fughe e garantire la sicurezza pubblica.

Le reazioni delle autorità e del sindacato

La sicurezza in discussione

Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria SPP, ha espresso seri timori riguardo all’efficacia della sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie. La situazione al carcere minorile di Casal del Marmo richiede un’urgente rivalutazione delle misure di sicurezza adottate, data la facilità con cui i detenuti sono riusciti ad eludere i controlli.

Il crescente numero di episodi critici all’interno dell’istituto e le perduranti difficoltà di gestione confermano la necessità di interventi diretti per migliorare le condizioni di vita dei detenuti, ma anche per garantire la sicurezza del personale penitenziario. Come emerso nelle dichiarazioni, le recenti evasioni sollevano interrogativi riguardo non solo alla gestione degli istituti penitenziari, ma anche al supporto e alle risorse destinate a chi opera in questo settore altamente delicato.

Le forze dell’ordine continuano a lavorare con determinazione per riportare i fuggitivi al carcere, mentre la situazione di emergenza richiede un’accelerazione delle azioni per garantire un ambiente più sicuro, sia per i detenuti che per il personale tutelante. La questione rimane aperta, con la speranza che si possano prevenire ulteriori episodi simili in futuro.

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