tre giovani albanesi denunciati per furti in appartamenti tra Spinetoli e Monsampolo del Tronto

tre giovani albanesi denunciati per furti in appartamenti tra Spinetoli e Monsampolo del Tronto

Tre uomini denunciati per furti in abitazioni a Spinetoli e Monsampolo del Tronto; indagini dei carabinieri supportate da videosorveglianza e piano di sicurezza territoriale attivato.
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Tre uomini sono stati denunciati per due furti in abitazioni a Spinetoli e Monsampolo del Tronto, grazie alle indagini dei carabinieri supportate da videosorveglianza e controlli territoriali. - Gaeta.it

Tre uomini sono stati segnalati alla Procura locale per due furti avvenuti lo scorso novembre in abitazioni private. Le indagini, condotte dai carabinieri di Monsampolo del Tronto, hanno portato alla scoperta di dinamiche e tecniche utilizzate dai presunti responsabili.

dettagli delle indagini e delle modalità dei furti

Le attività investigative hanno preso avvio subito dopo i furti registrati a Spinetoli e Monsampolo del Tronto, entrambe località nella provincia di Ascoli Piceno. I carabinieri della stazione di Monsampolo hanno raccolto elementi utili per identificare i presunti colpevoli. Secondo la ricostruzione, i ladri scelgono di arrampicarsi sulle pareti esterne degli edifici per poi forzare le finestre, accesso meno sorvegliato rispetto alle porte d’ingresso. Questo metodo permette loro di entrare inosservati, mettendo a soqquadro gli interni in cerca di oggetti di valore.

strumenti e dinamiche

Durante le perquisizioni, è emerso che l’obiettivo principale dei furti sono oggetti preziosi contenuti negli appartamenti. L’azione di scassinamento si caratterizza per la rapidità e la precisione, segno di una certa esperienza nel compiere questo tipo di reati. Gli strumenti utilizzati per forzare le finestre sono quelli classici, senza particolari sofisticazioni.

importanza delle telecamere e il ruolo della videosorveglianza pubblica e privata

Sono state fondamentali le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza installate nelle zone colpite. Questi strumenti hanno consentito di seguire i movimenti dei sospetti nelle ore immediatamente precedenti e successive agli episodi. La rete di controllo è risultata composta da sistemi privati, legati alle abitazioni o ai negozi vicini, e da impianti comunali posizionati in punti strategici.

analisi dei video

L’analisi dei filmati ha permesso ai militari di tracciare un quadro chiaro che ha confermato la presenza dei tre giovani di origine albanese nei luoghi dei furti. Oltre a mostrare i passaggi esterni agli edifici, i video hanno fatto emergere dettagli come l’abbigliamento e il modo di muoversi, tanto da rafforzare gli elementi a carico degli indagati.

l’azione dei carabinieri e il piano di sicurezza nella vallata

I carabinieri della compagnia di San Benedetto del Tronto hanno attivato un piano straordinario di controllo del territorio a seguito dei furti e di altre segnalazioni locali. Questa misura si è ripercossa in un aumento delle pattuglie e dei servizi di sorveglianza sul campo soprattutto nelle aree maggiormente vulnerabili, come la vallata e i centri abitati dove si sono verificati i furti.

impatto operativo

L’impegno operativo ha avuto effetti diretti sulle indagini, consentendo persino di individuare eventuali complici o di prevenire ulteriori episodi. La collaborazione tra le diverse stazioni e la raccolta di informazioni sul territorio hanno messo in luce una realtà di piccoli gruppi dediti ai reati contro il patrimonio, che agiscono prevalentemente di notte o in orari non frequentati.

conseguenze legali e prossimi passi per i tre denunciati

I tre uomini, di 32, 30 e 28 anni, sono stati denunciati alla Procura di Ascoli Piceno per furto aggravato. La qualifica del reato si basa sulla modalità di esecuzione e su alcuni elementi aggravanti collegati ai danni causati e al modo di compiere i furti.

L’ammontare dei danni denunciati dall’accusa varia tra circa 5mila euro per un’abitazione e 500 euro per l’altra. Il procedimento giudiziario si svolgerà con il rito a piede libero, cioè senza l’arresto dei presunti responsabili in attesa dell’udienza. Durante il processo verranno ascoltate le testimonianze e analizzate ulteriori prove raccolte dagli investigatori.

Il lavoro dei carabinieri ha permesso così di chiudere questa fase di indagine, consegnando alla giustizia i sospetti e offrendo alle comunità colpite risposte concrete a episodi che avevano creato disagio e allarme sul territorio.

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