Tre scialpinisti coinvolti in un incidente da valanga a Pragelato: i soccorsi si concludono in serata

Tre scialpinisti coinvolti in un incidente da valanga a Pragelato: i soccorsi si concludono in serata

Tre scialpinisti coinvolti in una valanga a Pragelato sono stati soccorsi dal Soccorso alpino, evidenziando i rischi dello scialpinismo in condizioni meteorologiche avverse e l’importanza della preparazione.
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Tre scialpinisti coinvolti in un incidente da valanga a Pragelato: i soccorsi si concludono in serata - Gaeta.it

Le operazioni di soccorso di tre scialpinisti coinvolti in una valanga a Pragelato, situato nella provincia di Torino, si sono concluse nella serata di domenica. Questo incidente ha messo in luce le difficoltà e i rischi associati all’attività di scialpinismo, specialmente in condizioni meteo avverse che hanno complicato notevolmente le operazioni di recupero.

La dinamica dell’incidente

L’incidente si è verificato a un’altitudine di circa 2.300 metri, precisamente sotto il versante settentrionale del Clot della Soma, lungo il Vallone delle Mendie. I tre scialpinisti erano in fase di discesa quando una valanga si è staccata, coinvolgendoli. La location remota e le condizioni meteorologiche avverse hanno reso il lavoro dei soccorritori particolarmente difficile. Le forti nevicate e i venti freddi hanno escluso l’utilizzo dell’elicottero per il primo intervento, costringendo i volontari a optare per un soccorso via terra.

L’intervento del Soccorso alpino

Il Soccorso alpino e speleologico piemontese ha iniziato la missione di soccorso nel primo pomeriggio, avviando rapidamente una squadra di tecnici verso l’area dell’incidente. All’arrivo, intorno alle 18, la prima squadra ha raggiunto l’infortunato, immediatamente assistito per stabilizzare le sue condizioni. I soccorritori, oltre venti in totale, hanno utilizzato sci e pelli di foca per muoversi nella neve fresca, riflettendo così una preparazione adeguata per affrontare situazioni di emergenza in montagna.

Trasporto dell’infortunato

La situazione dell’infortunato ha richiesto particolare attenzione; il recupero del soggetto in difficoltà è stato possibile solo dopo l’arrivo di una seconda squadra di soccorritori equipaggiata con un toboga, strumento necessario per il trasporto in un contesto difficile. Il soccorritore ha dovuto affrontare una discesa complicata al buio, dovendo garantire sia la sicurezza dell’infortunato che la propria. Durante il trasporto, è stata confermata una diagnosi iniziale: il soggetto riportava una sospetta frattura del femore e traumi all’addome e al bacino. Inoltre, presentava una condizione generale di ipotermia, evidenziando il grave rischio di esposizione a temperature sotto zero.

Condizioni degli altri scialpinisti

I due compagni dell’infortunato hanno invece riportato solo lievi conseguenze e sono stati considerati in buone condizioni. La solidità del gruppo di scialpinismo, in situazioni come questa, può spesso fare la differenza tra una semplice disavventura e una tragedia. L’episodio ha sollevato domande e dibattiti sulla preparazione e la sicurezza nello scialpinismo, specialmente in un periodo in cui le condizioni climatiche possono cambiare repentinamente.

La serata di domenica si è conclusa con il giubilo di vedere l’infortunato affidato a un’ambulanza, dove ha ricevuto le cure necessarie. L’intervento del Soccorso alpino, messo a dura prova dalle avverse condizioni atmosferiche, ha dimostrato l’importanza della preparazione e della professionalità nei soccorsi in montagna.

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