Tre vitelli sbranati in meno di una settimana vicino alle abitazioni di Monte Grimano Terme

Tre vitelli sbranati in meno di una settimana vicino alle abitazioni di Monte Grimano Terme

Gli allevatori di Monte Grimano Terme e Pesaro Urbino affrontano gravi perdite causate da attacchi di lupi, con indennizzi regionali e una proposta europea che potrebbe modificare la protezione della specie.
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Gli allevatori di Monte Grimano Terme affrontano gravi perdite di vitelli sbranati da lupi, con crescenti difficoltà economiche e operative che mettono a rischio la sostenibilità dell'allevamento all'aperto nella zona. - Gaeta.it

Gli allevatori di Monte Grimano Terme, in provincia di Pesaro Urbino, si confrontano con un problema che sta diventando sempre più serio. Nel giro di pochi giorni, tre vitelli sono stati trovati morti, sbranati presumibilmente da un branco di lupi nelle vicinanze delle stalle. La vicinanza degli episodi alle abitazioni preoccupa non solo la sicurezza degli animali ma mette in discussione la sostenibilità stessa dell’allevamento nelle zone rurali limitrofe ai centri abitati. I casi vengono registrati in un contesto di crescente pressione su chi pratica allevamento all’aperto.

Nuovo episodio di predazione: i dettagli dei vitelli trovati morti

Nei giorni scorsi, nelle campagne di Monte Grimano Terme, sono state scoperte le carcasse di due vitellini di poche settimane, insieme a un altro appena nato che è stato sbranato durante la notte. Nel caso dell’ultimo, non sono stati trovati segni di predazione evidenti, complicando la richiesta di risarcimento danni da parte degli allevatori.

La tensione tra gli allevatori

La situazione diventa ancor più tesa quando le perdite di animali si susseguono rapidamente e senza un margine di intervento efficace. Claudio Calevi, direttore di Coldiretti Pesaro Urbino, ha sottolineato la frustrazione degli imprenditori agricoli che vedono l’allevamento all’aperto diventare sempre più rischioso. “La scelta di tenere gli animali in stalla, oltre a ridurre il benessere degli animali stessi, impone costi aggiuntivi tali da comprimere ulteriormente i bilanci già in difficoltà.”

Gli indennizzi della regione marche e la portata del problema

Tra il 2017 e il 2024 la Regione Marche ha erogato quasi 760 mila euro di indennizzi agli allevatori per danni causati da attacchi di cani inselvatichiti o lupi. Solo lo scorso anno si sono registrate 199 denunce di animali uccisi in 67 aziende zootecniche della regione. Pecore e capre rappresentano la maggior parte delle vittime con 134 casi, seguono vitelli e puledri .

Concentrazione degli attacchi per territorio

La concentrazione maggiore degli attacchi si registra nel territorio di Pesaro Urbino, dove si registrano circa il 65% dei casi. I Comuni più colpiti risultano Serra Sant’Abbondio con 11 episodi, Pergola con 9 e Cantiano con 6. La successione di attacchi mette sotto pressione chi si occupa di allevamento tradizionale, spingendo a riflessioni urgenti sulla gestione del territorio e la convivenza con la fauna selvatica.

La proposta della commissione europea sulla protezione del lupo

Il 7 marzo 2025 la Commissione europea ha avanzato una proposta di modifica alla direttiva Habitat che prevede una revisione del livello di protezione del lupo. Attualmente la specie è classificata come “strettamente protetta”. La modifica la declasserebbe a specie “protetta”, seguendo i termini della Convenzione di Berna. Per entrare in vigore serve il via libera definitivo da parte del Parlamento e del Consiglio europeo.

Possibili effetti della modifica

Questa evoluzione consentirebbe agli Stati membri di regolare con maggiore flessibilità le misure di gestione della specie, mantenendo comunque un livello di tutela. Tale cambiamento potrebbe permettere interventi più mirati nelle zone più a rischio per migliorare la convivenza tra allevatori e lupi, senza rinunciare a una forma di protezione almeno basilare della specie.

Le difficoltà di chi alleva in zone soggette a predazione

Gestire un allevamento all’aperto in aree dove la presenza di grandi predatori è confermata implica una serie di problematiche economiche e operative. Gli allevatori di Monte Grimano Terme, come in altre zone analoghe della provincia di Pesaro Urbino, sono costretti a considerare alternative che impattano pesantemente sui costi. Spostare gli animali all’interno di stalle richiede investimenti tra cui strutture, alimentazione diversa e maggiori controlli, che si traducono in diminuzione di reddito per le aziende.

Impatto sul benessere degli animali e sulle attività

Anche il benessere animale rischia di risentirne, dato che molti di questi animali sono abituati alla vita all’esterno. Le perdite improvvise, come quelle registrate recentemente, aumentano il senso di frustrazione e incertezza tra gli allevatori, spingendo alcuni a valutare addirittura di abbandonare del tutto l’attività. Le prospettive future restano quindi incerte, con il rischio di un declino progressivo dell’allevamento tradizionale in alcune aree rurali.

La difficoltà di integrare le esigenze produttive con la presenza dei lupi si conferma quindi un tema complesso. La gestione di questi animali sotto tutela, le risorse limitate per la prevenzione e i risarcimenti parziali creano un quadro fragile. Le istituzioni e le associazioni agricole dovranno continuare a monitorare il fenomeno per trovare soluzioni equilibrate, che consentano di salvaguardare la tutela della fauna selvatica senza compromettere l’attività economica di chi coltiva il territorio.

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