Trend e spesa per il welfare in Sardegna: analisi dettagliata per il 2021

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Trend e spesa per il welfare in Sardegna: analisi dettagliata per il 2021 - Gaeta.it

La spesa per il welfare in Sardegna ha mostrato un andamento significativo nel 2021, con un investimento pro capite superiore rispetto ad altre regioni italiane, in particolare nel settore dei servizi dedicati ai disabili. Questo articolo offre un'analisi approfondita delle diverse categorie di spesa e delle fonti di finanziamento, illustrando le dinamiche e le difficoltà del welfare regionale.

Spesa per il welfare in Sardegna: un confronto nazionale

Nel 2021, i Comuni italiani hanno destinato un totale di 10,3 miliardi di euro per servizi sociali, assistenziali e socioeducativi. Di questi, 1,2 miliardi sono stati coperti dal Servizio Sanitario Nazionale e 745 milioni a carico dei cittadini. A livello nazionale, la spesa è aumentata del 6,7% rispetto al 2020, con un notevole incremento nelle regioni meridionali. Le differenze regionali sono evidenti: ad esempio, nel Nord-Est si spendono in media 197 euro pro capite, mentre nel Sud la cifra scende a 72 euro.

In Sardegna, la situazione è significativamente migliorata, con una spesa media pro capite di 279 euro per interventi e servizi sociali. Questo dato supera ampiamente le cifre di Campania e Sicilia, rispettivamente a 66 e 86 euro, e si colloca quasi doppio rispetto alla media nazionale di 142 euro.

Con un investimento assoluto di oltre 443 milioni di euro, la Sardegna rappresenta il 5,3% della spesa totale nazionale per il welfare, evidenziando il suo impegno nella fornitura di servizi sociali.

Suddivisione della spesa per categorie di intervento

Nella ripartizione della spesa welfare, la Sardegna si distingue per allocare oltre il 50% delle risorse a servizi per disabili. Questo corrisponde a circa 225 milioni di euro, ovvero il 49,9% della spesa totale, evidenziando un forte impegno in questo settore. Questo dato colloca la Sardegna al primo posto in Italia per percentuale di spesa dedicata ai disabili, seguita dall’Abruzzo con il 36,9% e dalle Marche con il 33%.

Per quanto riguarda le famiglie e i minori, la percentuale di spesa è inferiore alla media nazionale, con solo il 20,3% delle risorse destinate a questa categoria. La spesa per gli anziani è scoperta da un ulteriore deficit, con solo il 14% assegnato a questo segmento vulnerabile. Anche la lotta alla povertà e al disagio sociale viene contenuta al 11,6%, indicando uno squilibrio nella distribuzione delle risorse e una potenziale area di miglioramento per le politiche sociali nel territorio.

Fonti di finanziamento del welfare regionale

La sostenibilità finanziaria del welfare in Sardegna è supportata da contribuzioni regionali, che costituiscono il 55,4% delle risorse disponibili, un valore significativamente superiore alla media nazionale di 18,3%. Questo è un dato rilevante, poiché posiziona la Sardegna al secondo posto in Italia per dipendenza dai fondi regionali, appena dietro la Valle d’Aosta.

Oltre ai fondi regionali, il 20,4% della spesa sociale è coperto da fondi indistinti per politiche sociali, mentre le risorse proprie dei comuni rappresentano solo il 14,7%, il secondo valore più basso del paese. Questa struttura di finanziamento mette in evidenza l'importanza dei fondi regionali nel garantire una rete di sicurezza sociale robusta.

I fondi vincolati provenienti dallo Stato o dall’Unione Europea, invece, costituiscono solo il 6,2% del totale, un dato che evidenzia la necessità di maggiore accesso a risorse esterne per sostenere il welfare regionale.

Modalità di spesa: servizi diretti e assistenza domiciliare

Analizzando le modalità di spesa, risulta che il 48,3% del budget per il welfare è destinato a interventi e servizi diretti, una percentuale superiore alla media nazionale. Questa quota evidenzia l'impegno della Sardegna nell'offrire sostegno diretto alla cittadinanza.

D’altro canto, il 39,6% della spesa è dedicato a trasferimenti diretti in denaro, come voucher e assegni di cura, rendendo la Sardegna leader nazionale in questo tipo di interventi. Tuttavia, la spesa per strutture di assistenza rimane limitata, con solo il 12,1% destinato a questo settore, evidenziando una possibile carenza di servizi residenziali disponibili.

Per quanto riguarda i servizi professionali, la Sardegna allocca il 31,2% del budget per il sostegno a disabili, un dato due volte superiore alla media nazionale. La spesa per famiglie e minori in difficoltà, invece, è solo del 24,1%, tra le più basse in Italia. Questo rappresenta un'area di preoccupazione per la capacità della regione di supportare efficacemente tutte le categorie vulnerabili.

Sfide e carenze nell'accesso ai servizi

Un aspetto critico del welfare in Sardegna è rappresentato dalle domande di servizi non soddisfatte. Nel 2021, il 34,7% delle istanze per interventi sociali è rimasto senza risposta, ben al di sopra della media nazionale. Ciò situava la Sardegna tra le ultime cinque regioni in questo contesto, confermando che nonostante l'impegno e l'investimento nella spesa, esistono carenze significative nell'accesso ai servizi.

Delle 377 amministrazioni comunali, 131 non hanno risposto alle richieste dei cittadini. La situazione è simile per le associazioni che operano nel settore, con molti enti che non riescono a soddisfare le domande di assistenza sociale.

Iniziative future e cambiamenti nelle politiche sociali

La presidente della Giunta regionale, Alessandra Todde, ha delineato piani per reinventare le politiche sociali in Sardegna. Le priorità individuate includono ancorare maggiormente gli interventi a supporto delle famiglie, con provvedimenti come gli "nidi gratis", un'iniziativa che prevede l'abbattimento delle rette per nidi e micronidi per le famiglie a basso reddito.

Inoltre, programmi di assistenza mirati per malati di SLA e persone con disabilità sono stati implementati con finanziamenti adeguati. Misure come “Mi prendo cura” e “Ritornare a casa plus” destinano risorse concrete per migliorare la qualità della vita di soggetti con gravi forme di disabilità. Con tali iniziative, si mirano a potenziare la risposta sociale nei confronti delle fasce più deboli della popolazione sarda, offrendo un supporto necessario e urgente alle famiglie in difficoltà.

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