Trentino: raccolta firme per abrogare la legge sull’autonomia differenziata, a rischio disuguaglianze

Trentino: raccolta firme per abrogare la legge sull’autonomia differenziata, a rischio disuguaglianze

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Trentino: raccolta firme per abrogare la legge sull’autonomia differenziata, a rischio disuguaglianze - Gaeta.it

La questione dell’autonomia differenziata in Italia ha sollevato un acceso dibattito anche in Trentino. Un gruppo di associazioni, tra cui Arci, Anpi e Cgil, ha avviato una campagna di raccolta firme per abrogare la legge 86 del 2024. Questa normativa prevede l’attuazione dell’autonomia differenziata per le Regioni a statuto ordinario, ma il coordinamento provinciale per il referendum sostiene che essa non solo non affronta le disuguaglianze territoriali, ma rischia di amplificarle ulteriormente.

Le motivazioni per l’abrogazione

Un’unione di forze contro l’autonomia differenziata

Il coordinamento per la raccolta delle firme è costituito da un ampio schieramento di forze politiche e sociali, che include, oltre alle già citate, anche Italia Viva, Pd, Rifondazione Comunista e Movimento 5 Stelle. Queste organizzazioni hanno chiarito che le loro intenzioni non sono contrarie all’autonomia in sé, ma piuttosto si oppongono a un disegno legislativo che, nella loro visione, non offre al Paese le basi necessarie per un’autonomia equa e solidale.

Da quanto dichiarato, il gruppo richiede un’autonomia che venga “strutturale e non transitoria“, basata su solidi meccanismi di solidarietà e su un confronto paritario tra Stato e Regione. Ciò implica che le Regioni dovrebbero avere un ruolo attivo nella definizione delle proprie competenze senza perdere di vista il benessere collettivo di tutti i cittadini italiani.

L’assenza di una visione complessiva

Uno dei punti chiave della critica alla legge Calderoli, secondo il coordinamento, è la mancanza di un disegno complessivo di crescita e sviluppo per l’intero Paese. Si rileva che l’Italia, già afflitta da disuguaglianze territoriali, non può permettersi di avviare un processo di decentramento delle funzioni statali senza prima definire i “Lep”, ovvero i livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti in tutte le regioni. L’urgenza di stabilire questi criteri è fondamentale per arginare le disparità esistenti tra i vari territori.

Una volta stabiliti i Lep, il coordinamento evidenzia che si dovrà comunque affrontare il tema del loro finanziamento. Si propone l’adozione di un sistema basato sui costi standard, ma si segnala un ulteriore rischio: attribuire competenze alle regioni senza un adeguato trasferimento di risorse necessarie per gestirle potrebbe comportare un aggravio sulle finanze regionali e una conseguente riduzione dei servizi per i cittadini.

I rischi per il Trentino-Alto Adige

Una questione di autonomia e finanziamenti

Il rischio maggiore menzionato dal coordinamento riguarda l’effetto della legge Calderoli sul Trentino-Alto Adige. Qui, l’assenza della clausola dell’intesa come vincolo per le modifiche allo Statuto di Autonomia può portare a gravi conseguenze. In particolare, il territorio rischierebbe di essere sottoposto a meccanismi di finanziamento ordinario che potrebbero ridurre drasticamente l’autogoverno delle province.

Con l’implementazione di nuovi vincoli legati al bilancio statale e alla necessità di adempiere agli obblighi derivanti dal fiscal compact, il Trentino potrebbe trovarsi in difficoltà nel mantenere la propria autonomia decisionale e finanziaria. Queste preoccupazioni sono state espresse chiaramente dal coordinamento, che mette in guardia contro un potenziale arretramento nelle politiche locali di autogoverno e benessere.

Le prospettive future

La raccolta firme rappresenta dunque un’iniziativa significativa non solo per il Trentino, ma anche per il dibattito più ampio sull’autonomia in Italia. La questione, che riguarda la distribuzione di poteri e risorse, è destinata a restare al centro dell’attenzione politica e sociale. Con il supporto di varie organizzazioni e movimenti, i promotori del referendum auspicano di far emergere una voce critica rispetto a legislazioni che, a loro avviso, non rispondono adeguatamente alle esigenze dei cittadini italiani di tutte le regioni.

I dati sull’andamento della raccolta firme saranno fondamentali per capire se ci sarà una mobilitazione sufficiente a influenzare il dibattito legislativo in atto, mantenendo alta l’attenzione sulle implicazioni che tali cambiamenti potrebbero portare per la realtà locale e nazionale.

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