Treviso, nota per la sua ricca tradizione culturale, si prepara ad ospitare una mostra che mette in luce i protagonisti dell’architettura e del design veneto degli ultimi sei decenni. L’esposizione, dal titolo “Differenti con metodo. Architetti e designer dallo Iuav: opere dal 1960 al 1990“, promossa da [e]DesignFestival, si svolgerà presso il Museo Bailo dal 30 novembre fino al 23 febbraio. La mostra offre un’occasione unica per esplorare il legame tra i creatori e la storica istituzione dello Iuav di Venezia, che ha formato alcuni dei più importanti architetti e designer italiani, come Ignazio Gardella, Bruno Zevi, Giuseppe Samonà , Egle Trincanato e Carlo Scarpa, insieme a leggendari nomi internazionali.
La formazione allo Iuav: un legame indissolubile
Il contesto di partenza dell’esposizione è rappresentato dalla storica scuola Iuav di Venezia, conosciuta per la sua capacità di attirare menti brillanti nel campo dell’architettura e del design. Fondato nel 1926, lo Iuav ha forgiato generazioni di professionisti che hanno contribuito a definire il paesaggio architettonico italiano e a portare avanti un’evoluzione nel design. I docenti che vi hanno insegnato, con le loro visioni e filosofie, hanno giocato un ruolo cruciale nello sviluppo del pensiero architettonico del XX secolo. Alla mostra si potranno scoprire i contributi di figure chiave, insieme ai ritratti di architetti come Luciano Gemin, Giuseppe Davanzo e Livia Musini, che hanno avuto un forte impatto sul tessuto urbano veneto, modellando non solo palazzi e spazi pubblici ma anche il design di interni e oggetti.
L’esposizione non si limita a rievocare gli edifici emblematici costruiti dai professionisti formati allo Iuav, ma segna anche una riflessione profonda sull’influenza di quegli insegnamenti. Le aree tematiche, comprese La formazione a Venezia, Le architetture e Il design, saranno illustrate attraverso disegni originali, schizzi e fotografie. Si tratterà di un’opportunità per rivivere l’entusiasmo e il fervore che caratterizzavano quel periodo, quando l’architettura veniva vista come un mezzo per migliorare la vita urbana e dare forma a nuove esperienze di abitare.
Progetti e protagonisti: un viaggio attraverso il design
Uno degli aspetti più affascinanti della mostra è la presentazione di lavori e progetti di alcuni dei più rilevanti architetti veneti. Attraverso l’esposizione di fotografie storiche e documenti originali, il pubblico avrà l’occasione di esplorare opere fondamentali, come il Complesso Mulinetto realizzato da Gemin e i vari interventi paesaggistici di Livia Musini. Questi esempi testimoniano l’attenzione al dettaglio e alla qualità dei materiali, caratteristici di un’epoca in cui l’architettura aspirava a trasmettere emozioni attraverso il design.
La mostra si propone di svelare anche gli aspetti meno noti delle biografie di questi designer. Ad esempio, si racconta della scrittura di libri gialli da parte di Giuseppe Davanzo, che ha saputo unire la sua passione per la letteratura a quella per l’architettura. Altre storie emergono dal percorso espositivo, come quella di Gian Nicola Gigante, un architetto che non ha mai abbandonato la pittura, e la passione per la fotografia condivisa da figure come Facchini e Rossi, un aspetto che arricchisce la comprensione della loro creatività e del loro approccio multidisciplinare.
Un’immersione nel contesto culturale e artistico veneto
La rassegna non si limita a mostrare opere architettoniche, ma invita anche a riflettere sul contesto socio-culturale che ha alimentato la creatività di questi professionisti. Attraverso testimonianze e oggetti iconici, come i vetri di Carlo Scarpa, collezionati da Gemin, e oggetti in stile liberty di Vittorio Rossi, si delinea un quadro complesso dell’architettura e del design veneto. La rivisitazione di questi elementi storici mette in luce come il periodo dal 1960 al 1990 sia stato caratterizzato da una dinamica di innovazione e riscoperta, dove le tradizioni hanno trovato un nuovo linguaggio.
Negli spazi della mostra, il pubblico troverà anche dettagli sui progetti iconici e il loro impatto sul panorama urbano, il tutto narrato attraverso un allestimento che riflette l’epoca e il pensiero degli architetti. Le diverse aree tematiche offrono un modo coinvolgente di esplorare i legami tra le opere e la vita personale di questi artisti, facendo emergere relazioni tra il design e altre forme di espressione culturale.
La mostra al Museo Bailo rappresenta un’importante opportunità di conoscenza e scoperta, non solo di opere architettoniche, ma di un intero modo di pensare e vivere l’architettura e il design. Una celebrazione di un’eredità che continua a influenzare le nuove generazioni di artisti e professionisti nel campo.
Ultimo aggiornamento il 28 Novembre 2024 da Donatella Ercolano