Rivisitazione dei fatti
I giudici palermitani, operanti presso il Tribunale delle misure di prevenzione, hanno ribaltato la narrazione riguardo ai tredici supermercati Conad e Todis a Palermo, precedentemente ritenuti ‘liberati’ dalla presenza della mafia, diventando un simbolo della lotta alle organizzazioni criminali. Tuttavia, si è deciso che questi esercizi commerciali, appartenenti alla società Gamac di Carmelo Lucchese, non mostrano segni di infiltrazioni mafiose e devono essere restituiti al loro legittimo proprietario.
Un’inversione di tendenza
Il presidente del tribunale, Aldo De Negri, ha specificato che la società Gamac non presenta i tratti tipici di un’azienda mafiosa, contraddicendo le accuse formulate in passato basate principalmente sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, come Sergio Rosario Flamia.
Revisione delle accuse
Le dichiarazioni di Flamia riguardanti presunti legami di Lucchese con esponenti della mafia e episodi criminali sono state rivalutate dai giudici, ritenute parzialmente non attendibili. È stata smentita l’ipotesi dell’appartamento destinato a Bernardo Provenzano e l’immunità della Gamac da azioni criminali. La documentazione presentata indicava inoltre episodi di violenza subiti dalla società Gamac tra il 2003 e il 2019, smentendo la presunta protezione di cui Lucchese avrebbe goduto.
Risvolti positivi
Nonostante le controversie, la relazione degli amministratori giudiziari ha confermato l’autonomia e la solidità imprenditoriale dei supermercati gestiti da Lucchese, conducendo alla decisione di restituirli al loro legittimo proprietario, marcando una svolta nelle vicende legali di questo caso.