Tribunale di Genova condanna la Asl3 a risarcire una famiglia per ritardi nei trattamenti per autismo

Il tribunale di Genova condanna l’Asl3 a risarcire una famiglia per i ritardi nelle cure del figlio autistico, evidenziando le carenze del sistema sanitario e la necessità di interventi tempestivi.
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Tribunale di Genova condanna la Asl3 a risarcire una famiglia per ritardi nei trattamenti per autismo - (Credit: www.ansa.it)

Un’importante sentenza del tribunale di Genova ha evidenziato le gravi carenze del sistema sanitario locale, costringendo una famiglia a ricorrere a cure private per il proprio figlio affetto da disturbo dello spettro autistico. La decisione della corte sottolinea l’importanza di garantire tempestività nelle cure, soprattutto quando queste risultano necessarie e urgenti. In questo contesto, la Asl3 è stata condannata a risarcire con 5mila euro i genitori per i ritardi accumulati nel percorso di assistenza del bambino.

I fatti della vicenda

La storia di questa famiglia risale al 2019, quando al loro figlio venne diagnosticato un disturbo dello spettro autistico. La Asl3, responsabile della salute pubblica nella zona di Genova, ha inserito il bambino in lista d’attesa per ricevere i trattamenti di logopedia e psicomotricità, essenziali per il suo sviluppo. Tuttavia, i genitori si sono trovati costretti ad aspettare un tempo eccessivo: ben 34 mesi, durante i quali il bambino non ha ricevuto le cure necessarie.

In questo lungo periodo di attesa, i genitori si sono mobilitati cercando alternative per garantire al figlio le terapie richieste. Di fronte all’impossibilità di ricevere assistenza adeguata dal sistema pubblico, hanno dovuto rivolgersi a un centro privato, sostenendo costi significativi per le cure. Questa scelta, sebbene necessaria, ha comportato per la famiglia una spesa notevole e stressante, un aspetto che spesso colpisce molte famiglie in situazioni simili.

La sentenza e le sue implicazioni

Assistiti dell’avvocata Risa Lasagna, i genitori hanno deciso di portare la questione in tribunale, richiedendo il rimborso delle spese sostenute per le cure private. Il tribunale, dopo aver ascoltato le parti e visionato la documentazione presentata, ha disposto una consulenza medico-legale. Questa ha rivelato che se il bambino avesse dovuto aspettare 34 mesi prima di iniziare le terapie riabilitative, le conseguenze sarebbero state particolarmente gravi, conducendo a un “mancato o ridotto miglioramento” delle sue condizioni di salute.

La giudice Maria Ida Scotto ha dichiarato che il sistema sanitario ha il dovere di garantire un’assistenza pronta e adeguata. La sentenza riprende un principio già affermato dalla Cassazione secondo cui “ove la cura sia necessaria ed urgente, essa è a carico del sistema pubblico“. Questo significa che l’assenza di un intervento tempestivo da parte della Asl comporta per la famiglia oneri ingiusti, potenzialmente compromettendo la salute del paziente.

Reazioni e considerazioni sul sistema sanitario

La decisione del tribunale di Genova ha generato reazioni contrastanti tra i cittadini e gli esperti del settore sanitario. Da un lato, rappresenta una vittoria per le famiglie che si trovano a dover affrontare lunghe attese per ricevere cure adeguate. Dall’altro, solleva interrogativi sulla capacità del servizio sanitario pubblico di garantire assistenza in tempi ragionevoli.

Casi come quello di questa famiglia mettono in evidenza le difficoltà del sistema nella gestione delle liste d’attesa e nella fornitura di servizi essenziali. Le famiglie affette da simili situazioni devono talvolta fare i conti con un sistema vero diretto e ben organizzato, capace di offrir loro il supporto di cui hanno bisogno. La sentenza potrebbe quindi fungere da monito per le istituzioni, affinché vengano adottate misure più incisive per migliorare l’efficienza dei servizi pubblici e correre ai ripari per evitare situazioni di disagio e sofferenza per i cittadini.

Ultimo aggiornamento il 18 Ottobre 2024 da Sara Gatti

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