Le recenti sentenze del Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento hanno sollevato un acceso dibattito sul rapporto tra libertà animale e sicurezza pubblica. Le due pronunce hanno respinto i ricorsi delle associazioni animaliste, che si erano opposte alle decisioni riguardanti l’abbattimento dell’orsa pericolosa Kj1, confermando la legalità dei provvedimenti presi. Queste vicende pongono l’accento su questioni delicate e di grande novità nelle politiche faunistiche e di gestione della fauna selvatica in Italia.
Le sentenze del Tar e il caso Kj1
Il Tribunale di Trento ha esaminato con attenzione i ricorsi presentati dalle associazioni animaliste che reclamavano un risarcimento di 1,1 milioni di euro, sostenendo di aver subito un danno ingiusto a seguito delle decisioni riguardo all’orsa Kj1. L’animale era stato abbattuto il 30 luglio 2024, dopo vari episodi di aggressione, inclusa un’incidente con un turista francese. Nella sua valutazione, il Tar ha evidenziato come “la legittimità del provvedimento esclude il presupposto dell’ingiustizia del danno” invocato dalle associazioni. Le sentenze tese a garantire la sicurezza pubblica, hanno approvato l’operato della Provincia autonoma di Trento e del suo presidente, Maurizio Fugatti, il quale ha sottolineato che “la vita umana deve avere la priorità rispetto a quella degli animali”.
La posizione della Provincia autonoma di Trento
Maurizio Fugatti ha espresso soddisfazione per il verdetto, percepito come una vittoria per le politiche di sicurezza pubblica in Trentino. Il provvedimento di abbattimento è stato considerato necessario in un contesto di crescente insicurezza, evidenziato dalle sette interazioni con l’uomo verificatesi prima dell’abbattimento. Durante il processo decisionale, l’amministrazione provinciale ha valutato diverse opzioni, come la cattura e il trasferimento dell’orsa, ma ha ritenuto che questi metodi non garantissero sufficientemente la sicurezza dei cittadini. Fugatti ha chiarito il principio fondamentale: “La vita di un uomo vale più di quella di un animale”, affermando la necessità di tutelare la sicurezza delle persone sopra ogni altra considerazione.
Valutazione del processo decisionale
Il Tar ha riconosciuto l’adeguatezza dell’istruttoria effettuata dalla Provincia, sottolineando che le decisioni erano state frutto di un’analisi accurata e tempestiva. Il rischio di mantenere un animale pericoloso in libertà aveva portato a una risposta rapida da parte delle autorità. Il Tribunale ha puntualizzato che in situazioni dove c’è un conflitto chiaro tra la vita umana e quella di un animale, ai sensi della Costituzione, la protezione dell’essere umano deve prevalere. Il verdetto mette in luce un importante aspetto della governance della fauna selvatica, accettando che la sicurezza pubblica deve prevalere in circostanze di rischio. Tale approccio avrà sicuramente ripercussioni sulle future politiche di gestione della fauna in Trentino e oltre.
Le decisioni del Tar di Trento apportano delle direzioni decisive alla discussione sulla gestione degli animali selvatici e la loro interazione con le comunità umane. Gli esiti di questo caso sono un chiaro segnale che le normative attuali e le pratiche amministrative si stanno muovendo verso un equilibrio tra la conservazione della fauna e la salvaguardia della sicurezza pubblica.