Il 20 gennaio 1944, due donne, Rosa Elia Baruch ed Enrichetta Baruch Polacco, vennero portate via da Corso Italia 12, un evento tragico che ora viene commemorato da un’iniziativa significativa a Trieste. Questo atto di memoria ha visto la posa di 18 nuove pietre d’inciampo, un tributo alle vittime della Shoah e un richiamo a combattere il riemergere dell’antisemitismo. L’iniziativa, sostenuta dalla Comunità ebraica, dal Comune, dall’ANED e dal liceo classico e linguistico Petrarca, si inserisce in un percorso che prevede ulteriori installazioni nel futuro.
Le pietre d’inciampo e il loro significato
Le pietre d’inciampo, di dimensioni ridotte e in ottone, sono placche commemorative che vengono posizionate davanti alle ultime abitazioni di persone deportate e perseguitate per motivi razziali e politici. Con l’aggiunta delle nuove 18, il totale delle pietre installate a Trieste è salito a 131. Questo numero, come ha sottolineato Alessandro Salonichio, presidente della Comunità ebraica, rappresenta solo una frazione degli ebrei che furono deportati. La scelta di collocare le pietre davanti agli edifici non è casuale, ma ha lo scopo di mantenere viva la memoria di chi ha vissuto in quelle case, creando un legame diretto tra il presente e la storia.
Rosa ed Enrichetta, madre e figlia, furono prelevate insieme a un gruppo di anziani dell’Ospizio israelitico Gentilomo e furono tragicamente uccise al loro arrivo ad Auschwitz. Salonichio ha espresso la responsabilità condivisa di preservare il ricordo di questi eventi, soprattutto in un momento di crescente antisemitismo, che deve far riflettere e agire la società contemporanea.
Un appello alla memoria e alla vigilanza
Durante la cerimonia di posizionamento delle nuove pietre, Salonichio ha ricordato che l’attivismo contro l’antisemitismo è fondamentale. La società deve rimanere con il fiuto allerta, non solo in merito agli eventi passati ma anche rispetto alle attualità , dove segnali di intolleranza emergono sempre più frequentemente. Questa presa di coscienza è delle più importanti, addirittura vitale, nella lotta contro ogni forma di odio etnico e razziale.
Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha aggiunto al dibattito una dimensione più ampia, parlando di un aumento preoccupante di sentimenti antisemiti in Europa. Ha invocato una maggiore consapevolezza nella comunicazione, dove affermazioni subdole e messaggi violenti circolano tra il pubblico, rafforzando l’importanza di esprimere un chiaro sostegno al popolo ebraico e a Israele. La sua posizione afferma che l’antisemitismo non può essere tollerato e che deve essere combattuto con fermezza da parte di tutti.
Riflessioni sulle attuali tensioni in Medio Oriente
Il rabbino capo di Trieste, Alexander Meloni, ha messo in guardia sul ritorno di sentimenti antisemiti e antisionisti, esprimendo preoccupazione per l’instabilità dovuta ai recenti conflitti in Medio Oriente. La tregua a Gaza, pur essendo un potenziale segnale positivo, è vista con scetticismo. Meloni ha avvertito che Hamas potrebbe comportarsi come se avesse ottenuto una vittoria, il che potrebbe complicare ulteriormente il processo di pace. Fedriga ha espresso speranza per un progresso efficace e duraturo, sottolineando la necessità di limitare il potere decisionale di Hamas per garantire stabilità nella regione.
Il richiamo alla memoria e alla vigilanza è dunque più attuale che mai, e l’installazione delle pietre d’inciampo non è solo un gesto simbolico, ma un invito concreto ad impegnarsi attivamente contro l’odio e l’intolleranza. L’attualità mostra quanto sia fondamentale questo impegno e come il passato continui a influenzare il presente.
Ultimo aggiornamento il 19 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano