Trieste: controlli nelle strutture ricettive rivelano abusi e irregolarità

Trieste: controlli nelle strutture ricettive rivelano abusi e irregolarità

Intensificati i controlli sulle strutture ricettive a Trieste: 280 attività verificate, con irregolarità significative riscontrate, tra cui mancanza di requisiti legali e dispositivi di sicurezza essenziali.
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Trieste: controlli nelle strutture ricettive rivelano abusi e irregolarità - Gaeta.it

Negli ultimi due anni, il Nucleo di Polizia Commerciale e Accertamenti Tributari della Polizia Locale di Trieste ha intensificato i controlli sulle strutture ricettive. L’analisi ha coinvolto 280 attività, 120 delle quali verificate solo a partire dal primo dicembre 2024. I risultati mostrano un quadro misto: sebbene vi siano segnali di un buon compliance, emergono anche gravi irregolarità.

Dettagli sui controlli effettuati

Nell’anno passato, la Polizia Locale ha focalizzato l’attenzione su diverse strutture ricettive per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. I controlli hanno portato alla luce problematiche significative. In particolare, sono state riscontrate 19 strutture prive della Segnalazione Certificata di Inizio Attività , un requisito essenziale per l’operatività legale di un’impresa. Inoltre, otto attività sono risultate senza il Codice Identificativo Nazionale , fondamentale per il monitoraggio delle strutture ricettive da parte delle autorità competenti.

Le irregolarità non si sono fermate qui. Due strutture sono state sanzionate per la mancanza di dispositivi di sicurezza, quali rilevatori di gas e estintori. Questi dispositivi sono cruciali per garantire la sicurezza degli avventori, e la loro assenza ha sollevato seri allarmi. È necessario che le strutture attuino tempestivamente le misure di sicurezza per evitare incidenti potenzialmente fatali.

Le dichiarazioni delle autorità locali

La conferenza stampa, durante la quale sono stati presentati i risultati dei controlli, ha visto la partecipazione di figure chiave, tra cui l’assessore alle Politiche della Sicurezza, Caterina de Gavardo, e il Comandante della Polizia Locale, Walter Milocchi. Milocchi ha sottolineato che, sebbene alcune attività siano state conformi, si sono riscontrate violazioni preoccupanti.

Secondo il Comandante, “alcune strutture non avevano dato comunicazione sull’inizio delle attività, che è un obbligo di legge. In altri casi, le strutture apparivano in ordine, ma mancavano attrezzature fondamentali come i rilevatori di monossido di carbonio, e in alcune situazioni non sono stati comunicati alla Questura i nomi degli ospiti.” Queste dichiarazioni evidenziano un sistema complesso che necessita di maggiore attenzione da parte sia delle autorità che degli operatori del settore.

L’impatto sugli operatori del settore

Le scoperte del NPC potrebbero avere ripercussioni significative sul settore ricettivo di Trieste. Gli operatori in regola possono trovarsi in una posizione sfavorevole rispetto a quelli che infrangono le normative, creando una concorrenza sleale. Le autorità locali sembrano determinati a mantenere elevati gli standard di sicurezza e legalità, il che potrebbe portare a sanzioni più severe per chi non si adegua.

La situazione mette in evidenza la necessità di informare e formare i gestori delle strutture su normative e obblighi. Un eventuale incremento dei controlli potrebbe determinare una maggiore responsabilità da parte degli operatori e un miglioramento complessivo della qualità dei servizi offerti. Le autorità hanno infatti il compito di monitorare continuamente il settore, per garantire che i turisti in visita possano godere di un soggiorno sicuro e conforme.

Mentre Trieste si prepara ad affrontare la stagione turistica, monitorare e regolarizzare le attività ricettive rimane un compito cruciale. I controlli non solo tutelano i visitatori, ma anche l’immagine stessa della città, unici per la loro bellezza e cultura.

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