Trieste in lotta: I lavoratori manifestano per il futuro occupazionale

Trieste in lotta: I lavoratori manifestano per il futuro occupazionale

I lavoratori di Trieste manifestano contro la crisi occupazionale, esprimendo disagio e preoccupazione per il futuro, mentre testimonianze personali evidenziano l’urgenza di azioni concrete per affrontare la situazione.
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Trieste in lotta: I lavoratori manifestano per il futuro occupazionale - Gaeta.it

In un clima di tensione e preoccupazione, i lavoratori di Trieste si sono riuniti in un corteo per esprimere il loro disagio riguardo alle crisi occupazionali che stanno colpendo gli stabilimenti della città. Questa manifestazione, che ha visto partecipazione massiccia, ha messo in evidenza le esperienze personali di chi vive quotidianamente le difficoltà legate alla mancanza di lavoro. Le voci di operai e rappresentanti sindacali sono risuonate forte all’interno del corteo, sottolineando una realtà che va oltre il numero di disoccupati.

La voce dei lavoratori: Le parole di Alessandro Alzetta

Al termine del corteo, Alessandro Alzetta, lavoratore della Flex, ha preso la parola. La sua testimonianza ha evidenziato il peso della situazione. “Siamo dipendenti schiacciati da una crisi senza precedenti, con un futuro incerto davanti a noi,” ha affermato, esprimendo la frustrazione di molti. Alzetta, pur indossando i panni di un lavoratore, ha rivendicato anche il suo ruolo di cittadino di Trieste, esprimendo la sua preoccupazione per la mancanza di opportunità per i giovani. “Non accettiamo che i nostri figli debbano lasciare questa splendida città,” ha detto, richiamando a un senso di appartenenza e identità collettiva. Ha concluso il suo intervento riecheggiando il sentimento di unità e solidarietà tra i manifestanti, sottolineando la necessità di un abbraccio comune per difendere il territorio.

La situazione della Tirso: La testimonianza di Monica Cetti

Monica Cetti, operaia della Tirso e rappresentante sindacale, ha condiviso la sua esperienza e quella dei suoi colleghi, evidenziando il dramma della cassa integrazione. “Siamo in cassa integrazione dal 19 agosto,” ha raccontato, esprimendo una realtà dolorosa per 170 persone che attendono una programmazione chiara per il loro futuro. La frustrazione è palpabile nelle sue parole, specialmente quando ha affermato che l’azienda ha dato false speranze fino all’ultimo giorno, promettendo la riapertura di uno stabilimento che, sfortunatamente, non riaprirà mai più.

La Cetti ha fatto riferimento a tempi difficili, con il Natale appena trascorso segnato da incertezze e sofferenza. Con un tono di amarezza, ha evidenziato che le promesse fatte sono rimaste tali, lasciando i lavoratori in attesa di ricevere il 50% della tredicesima. “Speriamo per il meglio,” ha dichiarato, ma ha anche sottolineato che non è sufficiente vivere di speranze; sono necessarie azioni concrete per affrontare il dramma occupazionale e restituire dignità ai lavoratori di Trieste.

La manifestazione di Trieste ha quindi messo in luce un tema cruciale, quello della crisi occupazionale, che coinvolge numerosi stabilimenti e mette a rischio il futuro di molti. Le emozioni e le testimonianze dei lavoratori rappresentano un grido di aiuto che non può essere ignorato.

Ultimo aggiornamento il 8 Febbraio 2025 da Elisabetta Cina

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