A Trieste, il vento della protesta ha soffiato forte oggi, mentre un corteo di migliaia di persone ha invaso le strade del centro. L’evento, che si svolge sotto l’insegna della difesa della sanità pubblica, è stato organizzato dai Comitati dei cittadini del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la Cgil. I partecipanti, innumerevoli, hanno dimostrato la loro opposizione alla privatizzazione dei servizi sanitari, sollevando importanti questioni sulla salute collettiva.
La partenza del corteo e il messaggio dei manifestanti
Il corteo ha avuto inizio da Largo Barriera e ha proseguito lungo le vie principali della città, attirando l’attenzione di residenti e turisti. Il messaggio principale della manifestazione è chiaro: “L’importante è la salute. La sanità pubblica: un bene prezioso da difendere”. Questo striscione ha guidato il gruppo, affiancato da bandiere dei sindacati che hanno adornato il passaggio dei dimostranti. Michele Negro, un portavoce del Coordinamento Salute Fvg, ha dichiarato che il corteo ha visto la partecipazione di almeno 5.000 individui provenienti da tutte le zone del Friuli Venezia Giulia. Le origini variegate dei partecipanti, dalle montagne della Carnia a Pordenone e Muggia, hanno testimoniato un forte sentimento di unione tra le cittadine e i cittadini, uniti da un obiettivo comune.
Le parole di Michele Negro sulla privatizzazione
Negro ha parlato delle motivazioni alla base della mobilitazione, esprimendo il malcontento per la gestione della sanità. Secondo lui, l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, utilizza il termine “partnership” per definire la situazione attuale, mentre i cittadini lo traducono in una forma più diretta: “privatizzazione”. Michele ha sottolineato come, a suo avviso, questo approccio rappresenti un tentativo di svendere ciò che è stato costruito nel corso degli anni con denaro pubblico. Le preoccupazioni espresse dai manifestanti si concentrano sull’idea che i servizi sanitari stiano passando nelle mani di grandi aziende private per generare profitti, a discapito della qualità e dell’accessibilità delle cure per i cittadini.
La critica alla gestione attuale della sanità
I comitati, sostenuti dalla folla, hanno evidenziato che la situazione attuale della sanità pubblica sta sopravvivendo solo in forma scheletrica, con risorse sempre più limitate. L’appello lanciato dai manifestanti è chiaro: vi è la necessità di un cambiamento immediato e significativo nella gestione della sanità regionale. La domanda principale posta in evidenza è se la salute possa essere considerata un bene da mercificare o se, invece, debba rimanere un diritto universale accessibile a tutti. La manifestazione ha rappresentato, per i partecipanti, l’ultima chiamata a preservare una sanità pubblica forte, in grado di garantire non solo servizi ospedalieri, ma anche un adeguato supporto sul territorio, dai medici di base ai servizi essenziali.
In conclusione, la manifestazione ha offerto un’importante opportunità per riflettere sulle scelte politiche che influenzano direttamente il sistema sanitario. La salute, hanno indicato i partecipanti, dovrebbe restare in cima alle priorità dell’agenda politica, senza essere sacrificata per interessi privati.