Dal 20 al 23 febbraio, il Contrada Teatro di Trieste ospiterà la prima nazionale della nuova produzione dal titolo “Pazza”. Si tratta di un’opera scritta da Tom Topor e diretta da Fabrizio Coniglio, che unita a una troupe di attori di spessore, tra cui Vanessa Gravina e Nicola Rignanese, accompagnerà il pubblico attraverso una storia intensa e carica di emozioni. Riconosciuti per il loro talento e capacità interpretativa, gli attori promettono di dare vita a un racconto avvincente in una cornice storica affascinante come quella triestina.
La trama di “Pazza”: un viaggio emotivo tra segreti e verità
La trama di “Pazza” ruota attorno al personaggio di Vanessa Gravina, che interpreta una squillo di lusso. Sebbene appaia ostile e distante, dietro la sua facciata si cela una mente lucida e profonda, segnata da un passato tormentato. L’incontro con Nicola Rignanese, che veste i panni di un avvocato d’ufficio, darà vita a un confronto intenso. Rignanese, nel suo ruolo, si troverà a scavare nel dolore e nei segreti nascosti di una donna determinata a difendersi. La dualità dei personaggi, evidentemente complessi, riflette la lotta interiore di chi si trova a dover affrontare le proprie scelte e i propri demoni personali.
Il legame tra i due protagonisti conoscerà un’evoluzione significativa nel corso della narrazione. Il protagonista, l’avvocato, si ritroverà coinvolto in una causa che inizialmente non lo appassiona, ma che ben presto diventerà il fulcro della sua vita professionale ed emotiva. La scoperta di verità dimenticate e l’affrontare questioni familiari dolorose formeranno il tessuto narrativo, rendendo il pubblico partecipe di un viaggio elaborato tra esperienze di vita e sfide professionali.
L’interpretazione di Nicola Rignanese: un avvocato fuori dagli schemi
Nicola Rignanese ha descritto il suo personaggio come un avvocato che ha scelto di distaccarsi dal circuito dei grandi studi legali. Questa scelta lo porta a scoprire una causa che lo coinvolgerà talmente tanto da suscitare in lui una passione inaspettata. Rignanese ha spiegato che i momenti di intuizione del suo alter ego sono fondamentali per capire la complessità della vicenda e per svelare dettagli che vanno oltre l’apparenza.
L’attore ha sottolineato il parallelismo tra il teatro e la giurisprudenza, evidenziando come entrambi richiedano un uso studiato delle pause e della comunicazione non verbale. Questa condivisione di elementi rende il suo lavoro particolarmente intrigante e affascinante. Rignanese ha espresso come l’interpretazione di un personaggio così ricco di sfaccettature rappresenti una sfida divertente, che consente di esplorare diversi strati di verità e emozioni.
Emozioni e attesa: l’approccio di Rignanese alla prima
Ogni prima nazionale porta con sé un carico emotivo sostanziale. Nicola Rignanese, con 40 anni di carriera, ha confermato che l’emozione è sempre presente, anche per i più esperti. L’attore ha condiviso che gestire queste sensazioni è fondamentale per affrontare una performance con la giusta dose di equilibrio. Le emozioni, secondo lui, costituiscono un elemento imprescindibile del mestiere attoriale, in grado persino di arricchire le performance stesse.
Rignanese ha anche commentato l’attuale panorama teatrale, menzionando come il pubblico sia affascinato dai thriller e dalle dinamiche processuali, che conferiscono al contesto di “Pazza” un appeal contemporaneo. L’attesa per lo spettacolo sembra quindi riflettere non solo un interesse per la narrativa ma anche una sete di racconti che toccano le corde più profonde della psiche umana. La qualità del testo e degli attori promette di offrire un’esperienza coinvolgente per il pubblico triestino, noto per la sua passione verso il teatro.
Rignanese ha concluso esprimendo il suo entusiasmo per il ritorno a Trieste, definita da lui come una città dal grande fascino e ricca di storia. Questo richiamo a un luogo così denso di cultura e ricchezze, fa presagire l’importanza della location nel definire non solo la performance ma anche l’esperienza complessiva degli spettatori.