Trionfi e premi al 36° Trieste Film Festival: Toxic di Saule Bliuvaite conquista il pubblico

Trionfi e premi al 36° Trieste Film Festival: Toxic di Saule Bliuvaite conquista il pubblico

Il 36° Trieste Film Festival ha premiato opere significative, con “Toxic” di Saule Bliuvaite vincitore del Premio Trieste, e “Tata” di Lina Vdovîi e Radu Ciorniciuc miglior documentario.
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Trionfi e premi al 36° Trieste Film Festival: Toxic di Saule Bliuvaite conquista il pubblico - Gaeta.it

Il 36° Trieste Film Festival ha premiato una selezione di opere straordinarie, con un focus particolare sulla narrazione autentica e i temi sociali. Tra i lungometraggi in competizione, “Toxic” di Saule Bliuvaite si è distinto per la sua potenza narrativa e ha conquistato il Premio Trieste al miglior lungometraggio. La pellicola svela un viaggio di crescita e scoperta dell’identità attraverso gli occhi di due giovani ragazze in un contesto rurale della Lituania.

Toxic: la storia di un’amicizia perduta

Toxic” racconta la storia di due ragazze adolescenti, unite da un’amicizia che sfida le pressioni esterne e le difficoltà familiari. La giuria ha elogiato il film per la sua capacità di rappresentare in modo autentico le sfide associate al passaggio all’età adulta. La giovane regista Bliuvaite, al suo esordio nel lungometraggio, ha saputo catturare l’essenza della vulnerabilità e dell’introspezione. La narrazione è profonda e incisiva, esplorando temi come la ricerca dell’autostima e la lotta per trovare un posto nel mondo.

La giuria ha sottolineato l’autenticità del film, descrivendolo come un racconto “senza compromessi” che riesce a toccare le corde più sensibili dei suoi spettatori. Non sorprende che “Toxic” abbia già messo a segno un’importante vittoria al Locarno Film Festival, dove ha ricevuto il prestigioso Pardo d’Oro.

Tata: un documentario che colpisce profondamente

Il Premio Alpe Adria Cinema per il miglior documentario è andato a “Tata” di Lina Vdovîi e Radu Ciorniciuc. Questo film si addentra nelle complessità dei traumi intergenerazionali e della violenza sistematica dentro contesti patriarcali. Con una narrazione delicata, il documentario affronta anche il tema della schiavitù moderna, rivelando storie che spesso rimangono nell’ombra.

La maestria della regia si manifesta nella capacità di portare alla luce queste tematiche dolorose e di far emergere emozioni oneste e genuine. La critica ha applaudito il lavoro dei registi, evidenziando come “Tata” non sia solo un film, ma un importante strumento di riflessione su realtà scomode.

Riconoscimenti speciali e premi

Il festival ha visto anche l’assegnazione di vari premi a opere di grande valore. Il Premio Tsff Corti è andato a “Night of Passage” di Reza Rasouli, che ha conquistato la giuria grazie alla sua narrazione semplice ma efficace. La direzione magistrale degli attori ha reso le emozioni vivide e tangibili, coinvolgendo il pubblico in un’esperienza profonda.

Tra gli altri riconoscimenti, il Premio Central European Initiative è stato assegnato a “Pod wulkanem/Under the Volcano” di Damian Kocur. Altri premi includono “Il canto di Alina” di Ilaria Braccialini e Federica Oriente, vincitori del Corso Salani 2025, e “La zona di interesse” di **

Ultimo aggiornamento il 24 Gennaio 2025 da Sara Gatti

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