Recentemente sono emerse notizie inquietanti riguardanti la morte di Alex Marangon, un giovane barman di 25 anni, il cui corpo è stato ritrovato sul greto del fiume Piave dopo una partecipazione a un rito sciamanico. Gli esami tossicologici condotti dalla professoressa Donata Favretto dell’Università di Trieste hanno confermato la presenza di tracce di ayahuasca nel suo organismo, sollevando interrogativi sulle circostanze che hanno portato alla sua tragica fine. L’analisi di questa sostanza, le sue implicazioni legali e morali, nonché lo stato delle indagini da parte delle autorità, saranno esaminati in dettaglio di seguito.
Il rito sciamanico e la scomparsa di Alex Marangon
Partecipazione a un evento misterioso
La notte tra il 29 e il 30 giugno, Alex Marangon si trovava in un luogo insolito, l’abbazia di Vidor, nel trevigiano, per partecipare a un rito sciamanico. Questi eventi, spesso associati a pratiche di guarigione spirituale, prevedono l’uso di sostanze psicotrope, come l’ayahuasca, prodotto da piante amazzoniche. L’ayahuasca è nota per i suoi effetti allucinogeni e viene utilizzata in vari contesti spirituali, ma la sua legalità è controversa. In Italia, la sostanza è vietata e il suo utilizzo può avere conseguenze legali significative.
Durante il rito, Alex si sarebbe allontanato senza lasciare traccia. La sua assenza non è stata notata immediatamente, il che ha accresciuto il mistero e la preoccupazione tra i partecipanti. Solo due giorni dopo, il suo corpo è stato rinvenuto a circa quattro chilometri di distanza, nei pressi del fiume Piave. Il ritrovamento ha scatenato un’onda di shock e indignazione nella comunità locale, che ha iniziato a chiedersi cosa fosse realmente accaduto.
Le circostanze del ritrovamento
Il corpo di Marangon presentava evidenti segni di violenza, tra cui ferite e lividi, che hanno suscitato sospetti tra le autorità. Gli inquirenti si sono trovati di fronte a un criptico enigma: che cosa è realmente successo quella notte? La mancanza di riferimenti chiari e la natura labile delle testimonianze rendono la situazione ancora più complessa. Sebbene la presenza di sostanze stupefacenti possa aver avuto un ruolo nel suo comportamento, le ferite sul corpo pongono interrogativi più inquietanti.
Le indagini della Procura di Treviso
Apertura del fascicolo per omicidio
In risposta a questa tragica vicenda, la Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio. Nonostante gli sviluppi investigativi, ad oggi non risulta alcun indagato, nonostante la presenza di circa venti partecipanti al rito e di due curanderos colombiani. Questo mancato sviluppo ha generato interrogativi e ha spinto la comunità a chiedere risposte chiare e tempestive.
Gli inquirenti stanno analizzando ogni aspetto della situazione. Sono stati effettuati interrogatori e raccolti dati dai partecipanti al rito, ma le informazioni sono rimaste scarse e la cooperazione è stata varia. Gli ufficiali di polizia stanno esaminando i movimenti di Alex e le dinamiche interpersonali avvenute quella notte, interrogandosi sull’eventuale coinvolgimento di qualcuno nella sua morte.
La sostanza proibita e le sue implicazioni legali
Il fatto che siano state riscontrate tracce di ayahuasca nel corpo di Marangon ha ulteriormente complicato le indagini. Quali sono le conseguenze legali dell’uso di una sostanza vietata in un contesto di rito? La legge italiana proibisce non solo la vendita e il possesso di ayahuasca, ma anche la partecipazione a eventi che ne fanno uso. Queste considerazioni legali influenzano non solo l’operato della Procura, ma anche la percezione di sicurezza nei confronti di tali riti che, in assenza di regole precise, possono rivelarsi pericolosi.
La questione giuridica si sovrappone ad un dramma umano, sollevando interrogativi morali sul coinvolgimento di guide spirituali e la loro responsabilità in taluni eventi. È in gioco la vita di un giovane, il suo sogno spezzato e la ricerca di verità attorno a quella notte fatale che ha scosso una comunità intera.
La scomparsa di Alex Marangon segna una tappa dolorosa e inquietante, un ricordo che porta alla luce le ombre e i rischi legati all’uso di sostanze come l’ayahuasca in contesti non regolamentati, chiedendo un’attenzione maggiore verso tali pratiche e la loro sicurezza. Le indagini proseguono, promettendo di svelare chiaramente i misteri di questa tragica e complessa vicenda.
Ultimo aggiornamento il 14 Settembre 2024 da Sara Gatti