Una recente vicenda di truffa telefonica ha colpito un’anziana, vittima di un inganno architettato con astuzia. Un uomo di 40 anni, originario di Napoli, è stato arrestato dagli agenti del commissariato Colombo dopo aver raggirato la vittima. La truffa, orchestrata attraverso una telefonata in cui si simulava la disperazione del figlio della donna, ha portato all’appropriazione indebita di diversi gioielli.
La dinamica della truffa
Tutto è iniziato quando la donna, ignara di essere nel mirino di un truffatore, ha ricevuto una telefonata. Un sedicente maresciallo dei carabinieri si è presentato al telefono, comunicandole che il figlio era stato arrestato per rapina e che era necessaria una somma di denaro per ottenere la sua liberazione. La situazione sembrava disperata e il pianto che si sentiva al telefono ha ulteriormente aggravato la situazione. “Ma è mio figlio Mauro?”, ha chiesto la donna, lasciando intuire al truffatore che poteva colpire il suo punto debole.
Spinta dalla paura e dalla preoccupazione, la vittima è caduta nel tranello, abbandonando ogni resistenza. Il finto maresciallo ha continuato a sollecitarla ad agire. Così, l’anziana ha cominciato a raccogliere i suoi beni di valore, chiedendo cosa potesse fare per aiutare il figlio. In un momento di panico, ha deciso di affidarsi alle indicazioni dell’uomo al telefono, compiendo un gesto che avrebbe potuto costarle caro.
Dopo aver raccolto circa 200 grammi di oro giallo, la donna ha tenuto attiva la comunicazione, sotto l’occhio vigile del truffatore, che voleva essere certo della riuscita dell’inganno. La pressione psicologica esercitata dall’interlocutore ha portato la vittima a credere ciecamente nella menzogna e a ignorare qualsiasi possibile dubbio. Questo è un chiaro esempio di come le emozioni possano influenzare le decisioni, soprattutto in situazioni di stress.
L’arrivo del complice e l’arresto
Un ulteriore passo verso l’epilogo della truffa è avvenuto con l’arrivo del complice, descritto come un uomo di corporatura robusta. Quest’ultimo si è presentato alla porta della donna, manipolando la situazione con un telefono in vivavoce, mentre dall’altra parte un collega fingendosi carabiniere urlava istruzioni per “salvare” l’inquietante situazione. Questo forte coinvolgimento ha ulteriormente convinto la donna a consegnare il prezioso bottino di gioielli.
Dopo aver consegnato quanto recuperato tra tremori e preoccupazione, la donna si è subito resa conto che qualcosa non tornava. L’assenza di contatti diretti con suo figlio, Mauro, la portò a comprendere che si trovava nella morsa di una truffa. Le sue urla di disperazione hanno attirato l’attenzione degli agenti di polizia, già vicini al luogo, che hanno prontamente agito per intervenire.
Gli agenti del commissariato Colombo, allertati dalle grida della donna, si sono messi in moto e, pochi istanti dopo, hanno circondato il quarantenne napoletano, che stava cercando di fuggire, ignaro della presenza delle forze dell’ordine. L’arresto è avvenuto senza resistenza, consentendo di recuperare anche i beni sottratti, restituendoli così alla legittima proprietaria.
Questa vicenda di truffa sottolinea i rischi delle comunicazioni telefoniche, in particolare per le persone più vulnerabili, come gli anziani, pratichi nel totale rispetto della merce e della sicurezza personale. Le forze dell’ordine continueranno a intensificare le operazioni di sensibilizzazione e informazione per proteggere le persone da simili frodi.
Ultimo aggiornamento il 10 Gennaio 2025 da Laura Rossi