Un episodio allarmante si è svolto a Catania, dove una donna di 80 anni ha ricevuto una telefonata che l’avvertiva di un imminente arresto del figlio. Secondo il presunto comandante di polizia che l’ha contattata, il giovane sarebbe stato coinvolto in un incidente stradale fatale, in cui una donna incinta aveva perso la vita. In cambio del suo aiuto per evitare l’ingiusta cattura, l’anziana doveva consegnare i gioielli e i preziosi presenti in casa a un emissario. Tuttavia, la saggezza e la prudenza hanno impedito che questa truffa riuscisse.
La reazione pronta e astuta della vittima
Nonostante lo shock della situazione, la 80enne catanese non si è lasciata sopraffare dal panico. Facendo tesoro delle informazioni ricevute durante le campagne di sensibilizzazione promosse dalla polizia contro le frodi telefoniche, ha mantenuto la lucidità necessaria per affrontare il problema. In passato, aveva già vissuto un’esperienza simile, il che l’ha ulteriormente preparata ad affrontare la chiamata.
Mentre fingevano di collaborare con il presunto agente, l’anziana ha agito con astuzia: ha inviato un messaggio alla figlia chiedendo un intervento immediato delle forze dell’ordine. Questa decisione si è rivelata fondamentale, poiché ha garantito una risposta rapida da parte della polizia, la quale ha potuto intervenire prima che la situazione degenerasse ulteriormente.
L’operazione della polizia e l’arresto dei truffatori
Gli agenti delle Volanti, ricevuta la segnalazione, hanno agito prontamente. Si sono presentati sul posto e hanno atteso l’arrivo dei truffatori per sorvegliare la situazione. L’operazione di cattura è stata un successo, grazie all’efficienza degli agenti e alla prontezza della vittima.
Il primo arrestato, un giovane di 26 anni, è stato colto sul fatto mentre suonava il campanello dell’anziana per riscuotere i beni promessi. Poco dopo, il suo complice, un 21enne, è giunto sul luogo per completare la frode. Entrambi i giovani sono stati arrestati e portati via dalle forze dell’ordine, che hanno delineato un sistema di truffa altamente organizzato.
Una rete truffaldina con un modus operandi collaudato
Le indagini successive hanno rivelato l’esistenza di un gruppo criminoso ben strutturato. Gli inquirenti hanno scoperto che i due truffatori facevano parte di un’organizzazione più ampia che operava con un collaudato schema di frode. I criminali utilizzavano “corrieri” per raccogliere denaro e beni di valore dalle vittime, incaricati di ritirare il bottino dietro compenso, trattenendo una percentuale del 25% su ogni transazione.
Le autorità sono riuscite a delineare una rete di comunicazione tra i membri del gruppo, i quali si scambiavano informazioni tramite SMS per rendere più efficiente l’operazione. Mentre il 26enne è stato trasferito presso il carcere locale, il 21enne ha ricevuto misure di arresto domiciliare, con il giudice per le indagini preliminari che ha già convalidato i provvedimenti. L’episodio ha evidenziato non solo il coraggio della vittima, ma anche l’importanza della vigilanza nella società contro simili raggiri.