Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha da poco delineato le sue posizioni e priorità di politica estera attraverso una serie di post festivi sul social Truth, sfruttando l’occasione degli auguri di Natale. Il suo discorso spazia dal Canale di Panama, sotto il controllo cinese, alla proposta di far diventare il Canada il 51° stato degli Usa, fino alla rilevanza strategica della Groenlandia, un tema sempre caro al presidente. Questi temi rivelano un’agenda vivace e ambiziosa per il futuro del paese.
Panama e la Cina nel mirino
Nel suo messaggio natalizio, Trump non ha risparmiato critiche nei confronti della gestione del Canale di Panama, sostenendo che la Cina controlla illegittimamente questa importante via d’acqua. Il presidente ha sottolineato come, nella costruzione del canale, gli Stati Uniti abbiano sacrificato 38.000 vite, senza aver avuto poi un ruolo significativo nella sua gestione. Secondo Trump, le uniche a guadagnare da questa situazione sarebbero le imprese cinesi.
In questo contesto, Trump ha accolto con favore la recente nomina di Kevin Marino Cabrera come nuovo ambasciatore statunitense in Panama, descrivendolo come il candidato ideale per affrontare i problemi legati a questa situazione. Trump ha lodato Cabrera per il suo lavoro in Florida e il suo impegno per la causa repubblicana, sottolineando così l’importanza di avere una figura preparata che possa affrontare il tema con determinazione. L’ex presidente sembra intenzionato a cambiare radicalmente i rapporti con il Panama e a rivendicare un ruolo più attivo degli Stati Uniti nel canale.
Canada, vieni con noi
Un altro capitolo della sua comunicazione ha visto Trump rivolgersi direttamente al Canada. Durante le sue festività, ha rivolto auguri anche al premier canadese Justin Trudeau, ma non senza evidenziare, ancora una volta, le tasse elevate imposte ai cittadini canadesi. Propone quindi una curiosa prospettiva: se il Canada divenisse il 51° stato degli Stati Uniti, la tassazione scenderebbe di oltre il 60%, promettendo così un raddoppio del volume d’affari per le attività in territorio canadese.
Per enfatizzare il suo punto di vista, Trump ha evocato una conversazione con Wayne Gretzky, idolo dell’hockey canadese, suggerendogli di candidarsi a primo ministro. Anche se Gretzky ha declinato l’offerta, il pensiero di una competizione elettorale con una personalità così iconica ha suscitato l’immaginazione del presidente. Un’eventuale trasformazione del Canada in uno stato americano si configurerebbe come un evento in grado di ridefinire la geopolitica nordamericana, con potenziali ripercussioni economiche e sociali decisamente significative.
Groenlandia: chiodo fisso
Infine, la Groenlandia è un tema che continua a ripetersi nel discorso di Trump. Nel suo messaggio natalizio, il presidente ha espresso il suo sostegno agli abitanti della Groenlandia, affermando che l’isola è fondamentale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. “L’isola vuole che gli Stati Uniti siano lì e ci saremo”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di un maggiore impegno statunitense nella regione, tradizionalmente sotto l’influenza danese.
La Groenlandia è diventata oggetto di attenzione per molti politici Usa negli ultimi anni, soprattutto in termini di sfruttamento delle sue risorse naturali e della sua posizione strategica nell’Artico. La visione di Trump mostra un chiaro intento di rafforzare la presenza americana nell’area, rendendola una priorità della sua agenda. La questione della Groenlandia mette in evidenza un altro aspetto della politica estera di Trump, che punta a riaffermare il ruolo degli Stati Uniti come attore dominante nella scena geopolitica mondiale, anche in zone poco esplorate del pianeta.
Ultimo aggiornamento il 26 Dicembre 2024 da Sofia Greco