Nel contesto di un’evoluzione economica globale e delle politiche commerciali degli Stati Uniti, Donald Trump ha recentemente annunciato l’introduzione di dazi del 25% sulle auto non prodotte negli Usa. Questa mossa ha immediatamente attirato l’attenzione di molte aziende e la Ferrari, in particolare, ha deciso di aggiornare la propria politica commerciale per il mercato americano. L’azienda di Maranello ha reso noto che, a causa delle nuove normative, i prezzi delle sue vetture destinate agli Stati Uniti subiranno un aumento.
I dettagli dell’annuncio di Trump
L’annuncio di Donald Trump sui dazi sulle auto ha generato una serie di reazioni nel settore automobilistico. Il Presidente ha giustificato questa misura come parte di una strategia più ampia per proteggere l’industria manifatturiera americana e promuovere l’occupazione. Secondo le stime, questa nuova tassa colpirà molteplici marchi europei, costringendoli a rivedere le proprie politiche di prezzi per rimanere competitivi. Le auto che non vengono assemblate negli Stati Uniti saranno gravate da un’imposta significativa, il che potrebbe influire sulla scelta dei consumatori americani, aumentando il costo di acquisto per i modelli stranieri.
Questa decisione di Trump non rappresenta solo un attacco all’industria automobilistica europea, ma si inserisce in un contesto più ampio di tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea. In attesa di vedere gli effetti tangibili di questo provvedimento, esperti del settore prevedono una reazione a catena, con altri produttori che potrebbero seguire l’esempio della Ferrari e rivedere le proprie strategie di prezzo.
Ferrari e la sua risposta ai nuovi dazi
In risposta all’annuncio di Trump, Ferrari ha comunicato che aggiornerà la propria politica commerciale per garantire ai propri clienti una certa stabilità. L’azienda di Maranello ha confermato che manterrà le attuali condizioni commerciali per gli ordini effettuati su tutti i modelli importati prima del 2 aprile 2025. Inoltre, i modelli delle famiglie Ferrari 296, SF90 e Roma non subiranno variazioni di prezzo, indipendentemente dalla data di importazione. Questo è un chiaro tentativo di mantenere la fiducia dei clienti e garantire che gli ordini già effettuati siano tutelati di fronte a queste nuove sfide economiche.
Tuttavia, per gli altri modelli che non rientrano nelle categorie specifiche, Ferrari ha avvertito che i nuovi requisiti doganali porteranno a un incremento parziale dei prezzi, fino a un massimo del 10%. Questo adeguamento avverrà in coordinamento con la rete di distribuzione dell’azienda per mitigare l’impatto sui clienti. L’obiettivo di Ferrari è chiaro: mantenere la propria clientela informata e soddisfatta, evitando imprevisti nel processo d’acquisto.
Le proiezioni per il 2025 di Ferrari
Nonostante le sfide imposte dai nuovi dazi, Ferrari ha sottolineato che gli obiettivi finanziari per l’anno 2025 rimangono invariati. Tuttavia, l’azienda è consapevole che potrebbero esserci dei rischi legati alla redditività. I margini percentuali di Ebit ed Ebitda potrebbero essere diluiti di circa 50 punti base, un dato che dimostra come la situazione economica globale stia influenzando anche i colossi dell’industria automobilistica come Ferrari.
Questa ottimistica previsione di Ferrari nonostante i cambiamenti normativi dimostra la fiducia nel brand e nella qualità dei propri veicoli. L’azienda punta a mantenere la sua posizione nel mercato nonostante le lipensive di Trump, i dazi e le incertezze globali. Gli appassionati del marchio e gli investitori continueranno a seguire con attenzione come queste dinamiche influenzeranno il rapporto tra Ferrari e il mercato americano.
La situazione continua a evolversi e i prossimi mesi saranno cruciali per osservare come le decisioni di Trump e le reazioni aziendali plasmeranno il futuro del settore automobilistico globale.