Tra le preoccupazioni economiche legate ai dazi e al rischio di recessione, Donald Trump trova il tempo per occuparsi di un tema che tocca la vita quotidiana degli americani: le docce. Mercoledì scorso, il presidente ha firmato un nuovo ordine esecutivo per abrogare le regole che limitano il flusso d’acqua dei soffioni, un’azione che ha suscitato dibattiti accesi sul riscaldamento globale e sulla gestione delle risorse idriche.
Le motivazioni dietro l’ordine esecutivo
L’ordine firmato da Trump è stato battezzato “Make America’s showers great again“, un chiaro richiamo al suo iconico slogan “Make America Great Again“. Durante la cerimonia nello Studio Ovale, il presidente ha espresso il suo disappunto riguardo alla pressione bassa nelle docce, affermando di dover restare “quindici minuti sotto la doccia” per bagnarsi i capelli. Ha descritto la situazione come “ridicola“, rivendicando il diritto degli americani a sessioni di igiene più appaganti.
Questa scelta ha radici nelle politiche di sostenibilità adottate dall’amministrazione Obama, la quale, nel 2010, aveva aggiornato la legge sull’energia del 1992. L’obiettivo era ridurre il consumo d’acqua stabilendo limiti di erogazione per i soffioni, fissati a 2,5 galloni al minuto. Obama aveva anche introdotto una regola secondo cui il flusso d’acqua doveva essere suddiviso tra le aperture del soffione, limitando ulteriormente gli sprechi. Tale regola era stata modificata durante il primo mandato di Trump e ripristinata sotto Biden.
Critiche e preoccupazioni per l’ambiente
Il nuovo ordine esecutivo ha scatenato reazioni immediate, soprattutto tra gli attivisti ambientalisti. Molti di loro hanno espresso preoccupazione per l’impatto ambiente che potrebbe derivare dal ripristino di un sistema di docce ad alta pressione. Hanno evidenziato come il ritorno a soffioni meno efficienti potrebbe incrementare gli sprechi idrici in un periodo in cui la gestione delle risorse è cruciale.
L’argomento è particolarmente attuale, considerando l’aumento delle questioni legate alla crisi climatica e alla scarsità d’acqua in molte aree degli Stati Uniti. Gli attivisti sostengono che il governo dovrebbe promuovere la riduzione del consumo di risorse, piuttosto che incentivare l’accumulo di sprechi. Questa posizione porta a una riflessione sul conflitto tra le esigenze quotidiane degli individui e le responsabilità collettive verso il pianeta.
Una questione personale per Trump
Pur risuonando come una battaglia per la libertà di scelta in materia di giardinaggio domestico, la crociata di Trump riguardo alla questione della pressione dell’acqua appare anche molto personale. Il presidente ha più volte collegato la sua pettinatura all’efficienza del flusso d’acqua, sottolineando come le riduzioni imposte alle docce incidano sulle sue abitudini quotidiane. In un incontro del 2020, si era lamentato del fatto che una doccia moderna spesso non riusciva a pulirlo come desiderava.
Due anni fa, durante una cena, si era nuovamente espresso con frasi di disprezzo verso le normali pratiche igieniche, confrontando l’esperienza di usare un wc moderno con il fastidio di dover tirare lo sciacquone più volte per ottenere il risultato desiderato.
Implicazioni e prospettive future
Con la firma di questo nuovo decreto, Trump ha dato un messaggio chiaro ai suoi seguaci, proponendo un ritorno a pratiche più tradizionali nell’acqua per l’igiene personale. Questo ordine esecutivo si aggiunge ad altre politiche che sembrano privilegiare il ristabilimento di routine personali, contrapposto a un messaggio di responsabilità collettiva.
Restando in attesa della reazione pubblica e delle possibili conseguenze legislative, appare evidente che la questione del consumo di risorse idriche continuerà a sollecitare un ampio dibattito fra cittadini e autorità . Con il cambiamento climatico sempre più tangibile, il modo in cui gli americani gestiranno le proprie risorse idriche si rivelerà determinante nel prossimo futuro.