L’enorme afflusso di turisti che ogni anno affolla la LIGURIA presenta sfide sempre più complesse per il settore. La concentrazione del turismo in pochi mesi non tiene in considerazione la salute e il benessere dei lavoratori che, al termine della stagione estiva, si trovano sull’orlo del burnout. Questa situazione è stata evidenziata da Riccardo Serri, segretario generale della Uiltucs Liguria, e Roberto Fallara, coordinatore regionale del settore Turismo per la Uiltucs, che chiedono un intervento urgente della politica e delle istituzioni.
L’impatto psico-fisico sulla forza lavoro
La vita da lavoratore estivo in Liguria
La vita di un lavoratore nel settore del turismo in Liguria è caratterizzata da turni massacranti e condizioni di lavoro estreme. “Se si fanno dodici ore per sei giorni in una cucina dove, in estate, le temperature sono molto elevate e non si respira per quattro mesi, alla fine del percorso, il lavoratore è talmente scoppiato che, all’occasione successiva, non accetterà la proposta di lavoro nel turismo.” Questa dichiarazione mette in evidenza le dure realizzazioni quotidiane di chi opera nel settore. Questi lavoratori, protagonisti delle scenografie estive liguri, si trovano spesso a fronteggiare non solo l’intensa pressione lavorativa, ma anche un’organizzazione del lavoro poco sostenibile.
Questo approccio non si limita a danneggiare i singoli lavoratori, ma getta un’ombra sul futuro dell’intero settore. Proficuo investimento sulle risorse umane è essenziale se si vuole evitare che i professionisti del turismo abbandonino la loro carriera. In questo contesto, la crescente preferenza per il personale polifunzionale evidenzia le carenze strutturali: “è evidente che si preferisca stressare l’organico già centellinato,” affermano i rappresentanti sindacali.
Le conseguenze economiche del turismo stagionale
Il modello di lavoro a chiamata, così prevalente nel turismo ligure, nasconde problemi di retribuzione che danneggiano ancora di più il clima lavorativo. Molte delle retribuzioni sono basse, mentre parte dello stipendio viene erogato in nero, privando così i lavoratori di diritti e tutele fondamentali. A rendere ancora più complessa la questione è la tempistica, con la maggior parte dell’attività turistica concentrata nei mesi estivi, rendendo i contratti di lavoro precari e intermittenti, che alimentano una sensazione di instabilità rispetto al futuro.
La nuova generazione rifiuta lo sfruttamento
Giovani lavoratori e opportunità nel turismo
In Liguria, il cosiddetto turismo del weekend, caratterizzato da brevi soggiorni e influenzato dalle condizioni meteorologiche, ha un impatto significativo sul settore del lavoro. Gli attuali modelli di sfruttamento costringono i giovani italiani a rifiutare offerte di lavoro “scandalose,” mentre molti giovani stranieri, giunti in Italia in cerca di una vita migliore, si trovano a dover affrontare le stesse miserabili condizioni lavorative. Questo aspetto ha creato una deflazione del lavoro nel settore: ci sono più richieste di manodopera, ma diminuisce il numero di persone disposte ad accettare queste posizioni.
L’assenza di un approccio strategico sia da parte delle istituzioni che delle imprese ha portato a una situazione stagnante, in cui i lavoratori, in particolare quelli stagionali, rifuggono dal settore turistico, stanchi di ritmi insostenibili che non garantiscono né il giusto reddito né un ambiente lavorativo salubre. La mancanza di prospettive e di investimenti significativi sul personale crea un circolo vizioso, difficile da spezzare.
La chiamata alle istituzioni
I rappresentanti sindacali hanno evidenziato la scarsa attenzione da parte della politica e delle istituzioni locali nel promuovere una visione lungimirante del settore. “Spesso assistiamo al poco impegno da parte di politica e istituzioni territoriali a fare squadra,” affermano Serri e Fallara, sottolineando il bisogno urgente di riformare l’approccio al lavoro nel turismo. È tempo di incentivare un lavoro che valorizzi la professionalità e che rispetti i diritti dei lavoratori, per garantire non solo la sostenibilità del settore turistico, ma anche il benessere della comunità ligure nel suo complesso.