Una vicenda drammatica segna il dibattito pubblico a Milano, dove oggi si è aperta l’udienza preliminare per la morte di Giovanni Sala, il 34enne deceduto nella notte tra il 19 e il 20 agosto 2023 all’esterno della sede di Sky in Rogoredo. La tragica morte di Sala, avvenuta durante un intervento di due guardie giurate, ha sollevato interrogativi e richieste di giustizia da parte della sua famiglia, che è stata ammessa come parte civile nel processo.
La morte di Giovanni Sala e le circostanze dell’accaduto
Secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti della Squadra Mobile, il giovane era in evidente stato di alterazione al momento dell’intervento delle guardie giurate. Sala, in preda a sostanze stupefacenti e alcol, morì a causa di un arresto cardiaco durante un’operazione di contenimento. Gli agenti di vigilanza, accusati di omicidio preterintenzionale, avrebbero immobilizzato Sala poggiandogli un ginocchio sulla schiena per oltre un minuto, comportamento che ha sollevato accesi interrogativi sulla proporzionalità dell’azione adottata.
Nella ricostruzione fornita dal pubblico ministero Alessandro Gobbis, emerge che non vi era alcuna esigenza concreta di intervenire in quella situazione. Sala, visibilmente alterato, avrebbe lanciato frasi sconnesse, chiedendo aiuto e sostenendo di essere inseguito. Tali affermazioni, come indicato nell’atto d’accusa, suggeriscono uno stato di vulnerabilità del giovane che non giustificava una risposta violenta da parte delle guardie giurate.
L’udienza preliminare e le istanze della famiglia
L’udienza, presieduta dal Giudice per le indagini preliminari Patrizia Nobile, ha visto la presenza dei familiari di Giovanni Sala, incluse le sue figure più prossime come i genitori, il fratello e gli zii, tutti rappresentati dagli avvocati Andrea Orabona e Giulia Piva. La famiglia ha manifestato un forte desiderio di verità e giustizia, sottolineando l’importanza della ricerca delle responsabilità in un caso tanto grave.
Durante l’udienza, è stata avanzata anche la richiesta di citare come responsabile civile la società Italpol Vigilanza, datore di lavoro delle guardie giurate coinvolte. Questo passaggio si delinea come un atto fondamentale per stabilire le responsabilità legali dell’azienda nell’operato dei suoi dipendenti e garantire un possibile risarcimento alla famiglia di Sala.
Prossimi passi e implicazioni legali
La prossima udienza è fissata per il 25 marzo, quando ci sarà la discussione delle parti coinvolte. Qualora il Giudice Nobile decidesse per il rinvio a giudizio, il processo si svolgerà in Corte d’Assise, competenza che richiede un livello di attenzione più elevato rispetto ai procedimenti ordinari. La decisione finale non solo avrà un forte impatto sulle vite delle persone coinvolte, ma potrebbe anche avere ripercussioni più ampie sulla pratica di interventi di sicurezza e sul ruolo delle guardie giurate nella società.
Il caso di Giovanni Sala rappresenta una chiara occasione per riflettere sulle dinamiche di sicurezza e su come queste possano, in certe circostanze, sfociare in situazioni tragiche. La trasparenza dell’azione legale e la determinazione della famiglia a ottenere giustizia potrebbero segnare un punto di svolta nella direzione di una maggiore responsabilità e consapevolezza in ambito di vigilanza e sicurezza.