Ulteriori esami sui corpi di Susanna e Mia: inchiesta sull’omicidio-suicidio a Vidor

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Ulteriori esami sui corpi di Susanna e Mia: inchiesta sull'omicidio-suicidio a Vidor - Fonte: Ansa | Gaeta.it

La tragica scoperta dei corpi di Susanna Recchia e della sua figlioletta Mia ha scosso profondamente la comunità di Vidor, un comune della provincia di Treviso. Le due vittime sono state rinvenute nel fiume Piave dopo un presunto gesto estremo della madre, avvenuto tre giorni fa. Con una nuova iscrizione all'inchiesta da parte del pubblico ministero Barbara Sabbatini, è previsto un ulteriore esame medico legale per chiarire i dettagli di questa drammatica vicenda.

Il nuovo esame medico legale

Dettagli sugli accertamenti

A novembre si procederà con un ulteriore esame sui corpi di Susanna e Mia, per assicurare una comprensione completa della situazione. Il PM Sabbatini, responsabile dell’inchiesta, provvederà a nominare un nuovo medico legale che effettuerà un'ispezione esterna. Questo esame segue quello già condotto da un sanitario che, inizialmente, non aveva rilevato segni di violenza o lesioni che potessero sostenere una diversa ricostruzione della tragica vicenda, contrariamente all'ipotesi dell'omicidio-suicidio.

Il nuovo accertamento avrà luogo entro due giorni e dovrà garantire un'approfondita valutazione. Eventuali risultanze discordanti rispetto all’ipotesi attuale porteranno a ulteriori indagini. Qualora non emergessero elementi contrastanti, le autorità competenti potranno concedere il nulla osta per la sepoltura, segnando una fase cruciale in questo delicato caso che ha già suscitato un forte interesse mediatico.

Il contesto della tragedia

Le dinamiche familiari che si celano dietro questa tragedia evidenziano un quadro complesso e carico di tensioni. Susanna, 45 anni, e sua figlia Mia, solo 4 anni, apparivano a un passo da una realtà insostenibile, come dimostra la lettera di cinque pagine inviata dall'ennesimo compagno dell’uomo da cui Susanna si stava separando. Nella missiva, la donna esponeva un periodo di grande disagio psicologico, amplificato dalle preoccupazioni per la salute della piccola Mia.

La lettera, indirizzata anche all'ex marito, da cui Susanna aveva avuto tre figli, sembra disvelare la fragilità della sua condizione emotiva e le difficoltà familiari che affrontava, creando un aggravante in un contesto già critico. Questa amalgama di fattori ha tragicamente portato a una situazione insostenibile, culminata nel gesto estremo della madre sul fiume Piave.

La denuncia della scomparsa

Le indagini del commissariato di Conegliano

Il Commissariato di Conegliano ha avviato le indagini dopo la denuncia di scomparsa presentata dal compagno di Susanna, un uomo residente a Miane. Questa denuncia, effettuata nella mattinata di due giorni fa, ha segnato un punto di svolta nelle indagini. A seguito di questo, le forze dell'ordine hanno attuato un’operazione di ricerca, che ha portato a scoprire i corpi nel fiume.

Il rapporto inviato alla Procura dagli investigatori evidenzia un’intensa attività di ricerca e le difficoltà nel ricostruire gli ultimi eventi che hanno coinvolto la madre e la figlia. La situazione complessa e i risvolti emotivi della vicenda hanno reso le indagini delicate e hanno richiesto un approccio attento e sensibile di fronte al dolore di una comunità colpita da una simile calamità.

Il caso di Susanna e Mia non è soltanto una vicenda di cronaca nera, ma uno spaccato inquietante delle fragilità umane e delle tensioni familiari che possono condurre a esiti devastanti. La comunità attende risposte definitive e sostiene il dolore di chi ha perso le vite di due persone così giovani e preziose.

Ultimo aggiornamento il 16 Settembre 2024 da Armando Proietti

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